Cultura

Da Moretti a Mastroianni i cult a Venezia Classici

Barbera, "18 capolavori restaurati". De Maria presidente giuria

Redazione Ansa

 C'è l'omaggio a Marcello Mastroianni in occasione del centenario della nascita con La notte (1961), tra i film più belli di Michelangelo Antonioni, capitolo centrale della trilogia dell'incomunicabilità, tra L'avventura e L'eclisse. E c'è Ecce Bombo di Nanni Moretti (1978), presentato a Cannes, diario post sessantottino e fallimentare del suo alter ego Michele Apicella, di cui ancora oggi si conoscono a memoria sketch cult (uno su tutti 'cosa fai nella vita?' 'Mah giro, vedo gente, faccio cose').
    Sono due dei titoli resi noti oggi dalla Biennale di Venezia per la selezione di Venezia Classici, sezione della Mostra del cinema (28 agosto - 7 settembre 2024) che a partire dal 2012 è cresciuta di significato, rimettendo in circolazione film del passato, dando luce al lavoro degli archivi e dei restauri, dando con la giusta distanza temporale nuovi spunti di riflessione sulla storia del cinema.
 

 



    A presiedere la giuria di studenti di scuole di cinema sarà il regista e sceneggiatore Renato De Maria, "onorato" per l'incarico. "Sarà per me una grande opportunità per tornare studente e godere di questi meravigliosi capolavori nelle condizioni di proiezione migliori possibili!. Sarà un viaggio indimenticabile!" commenta con entusiasmo.
    In anteprima mondiale 18 restauri realizzati nel corso dell'ultimo anno di capolavori provenienti da cineteche, istituzioni culturali e produzioni di tutto il mondo come la Cineteca Nazionale - Centro Sperimentale di cinematografia, la Cineteca di Bologna, la Film Foundation di Martin Scorsese.
    Oltre ai restauri si attende, durante la presentazione della 81/a Mostra del cinema il 23 luglio, anche la selezione di documentari sul cinema e i suoi autori.
    Il direttore della Mostra Alberto Barbera, curatore anche della sezione Venezia Classici, con la collaborazione di Federico Gironi, parla di "un viaggio cinematografico intoro al mondo".
    Oltre La Notte di Antonioni, Venezia Classici ricorda anche Vittorio De Sica a cinquant'anni dalla scomparsa e lo fa con il capolavoro assoluto L'oro di Napoli del 1954, "omaggio alla città partenopea, attraverso sei episodi ispirati ai racconti di Giovanni Marotta".
    Per i 100 anni della Columbia Pictures arrivano Il grande caldo (The Big Heath) di Fritz Lang e La signora del venerdì (His Girl Friday) di Howard Hawks restaurati da Sony Pictures Entertainment. Tra i titoli The Mahabharat con cui 35 anni fa Peter Brook conquistò la Mostra con la sua versione cinematografica dell'omonimo poema epico indiano.
    La pattuglia dei film italiani restaurati è completata da Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto di Lina Wertmuller, grande incasso della stagione 1974-75.
    Oltre ai due citati, altri tre film vanno a completare il drappello dei restauri statunitensi: Là dove scende il fiume (Bend of the River), tra i capolavori western di Anthony Mann, il lussureggiante technicolor di Sangue e Arena (Blood and Sand) di Rouben Mamoulian con Tyron Power e Rita Hayworth, e Model di Frederick Wiseman.
    La geografia cinematografica di Venezia Classici è varia. Dalla Francia provengono due classici, come Giochi proibiti (Jeux interdits) di René Clément (Leone d'oro alla Mostra del Cinema del 1952), e La calda amante (La peau douce) di François Truffaut. Dal Giappone, invece, Storia segreta del dopoguerra: dopo la guerra di Tokyo (The Man Who Left His Will on Film) , uno dei capolavori di Nagisa Oshima, e La casa degli amori particolari (All Mixed Up o Swastika) del prolifico regista Yasuzô Masumura, che studiò al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, allievo di Fellini, Visconti e Antonioni.
    E ancora Ghatashraddha (1977) di Girish Kasaravalli, tra i fondatori del movimento Parallel Cinema; The Time and Turn of Augusto Matraga del brasiliano Roberto Santos; il film d'esordio di Nicolas Winding Refn, Pusher che ebbe anche il merito di far debuttare Mads Mikkelsen. Un'autentica rarità, infine, è il restauro della versione integrale di Goldflocken di Werner Schroeter (1976). 
   

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