(ANSA) - ROMA, 02 AGO - Dante, Croce e Pascoli come angeli
custodi, la bellezza contro ogni male e la scoperta del bianco e
nero fatta solo ora a 87 anni girando 'L'orto americano', film
di chiusura fuori concorso dell'81/ma edizione della Mostra
Internazionale d'arte Cinematografica.
È Pupi Avati che ha appena saputo essere stata approvata dal
ministero la proposta di Laurea Magistrale Honoris Causa in
Italianistica, avanzata dal Senato accademico di Roma Tre su
richiesta del Dipartimento di Studi Umanistici, per i suoi
meriti nella divulgazione dell'opera e della figura di Dante a
cui tra l'altro ha dedicato un film nel 2022, il regista si
racconta in un'intervista all'ANSA.
Cosa deve a Dante?
"Tantissimo - risponde Avati - mi ha salvato, ho infatti
imparato da lui e successivamente da Croce, su cui ho fatto un
docufilm girato ultimamente a Napoli (Il filosofo della libertà,
ndr), che l'unico modo per superare i problemi, i dolori, le
difficoltà che siamo tutti costretti ad affrontare è impegnarsi
nell'arricchimento culturale, nello studio, immergendosi nella
bellezza. E lo dico io che sono stato uno studente pessimo e
sono riuscito ad avere la maturità scientifica grazie a mia
madre, una che sapeva raccomandare come nessun' altra. Ho capito
allora grazie alla Vita Nova che immergersi nello studio è un
modo per lenire ogni tipo di dolore. E Dante di dolore se ne
intendeva. A cinque anni aveva già perso la madre e il padre gli
aveva imposto una matrigna, si innamorò poi di una bambina di
nove anni alla quale andò dietro per altri nove anni, ma lei
prima si sposa con un altro e poi muore. È costretto a sposare
una donna che non gli piaceva, scrive questo capolavoro che è la
Divina commedia nelle condizioni più miserrime accompagnato
dalla paura, essendo stato condannato alla decapitazione e al
rogo, se lo avessero trovato".
Cosa può dire de 'L'orto americano"?
"È un film di genere tuttavia è anche un'opera con la mia
identità. Una storia thriller gotica personale Dopo 54 film ho
fatto con L'orto americano una scoperta, mi sono reso conto che
facevo cinema per la prima volta perché ho girato in bianco e
nero" (ANSA).
Avati, Dante mi ha salvato, porto al Lido il mio b/n
È una storia thriller-gotica che mi ha fatto scoprire il cinema