Cultura

Orrore delle guerre in corso, Ucraina e Gaza, di casa al Lido

La sezione non fiction racconta il reale e guarda al futuro

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 17 AGO - I 'fuori concorso non fiction', questa la sezione più dentro la contemporaneità dell'81/ma Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, la sezione più vera del vero, quella dei documentari con dentro non solo la guerra in Medio Oriente, ma anche quella in Ucraina, l'immigrazione e un futuro incerto.
    Partiamo intanto dalle guerre. Ben due i documentari sul fronte ucraino: 'Songs of Slow Burning Earth' di Olha Zhurba e 'Russians at War' di Anastasia Trofimovia.
    Nel primo un ritratto collettivo della giovanissima regista degli ucraini in fuga dalla tragedia della guerra e di coloro che sono rimasti e sono costretti ad adattarsi alla vita sotto continui bombardamenti. Il film è come un "diario audiovisivo dell'immersione dell'Ucraina nell'abisso dei primi due anni dell'invasione russa". Comunque un documentario "composto da luoghi, personaggi occasionali, rari dialoghi, suoni e silenzi che mostrano come la guerra si sia normalizzata. Sullo sfondo di questo paesaggio, una nuova generazione di ucraini si ritrova anche ad immaginare il futuro".
    Anche il secondo documentario, 'Russians at War', è firmato da una donna, la regista russo-canadese Anastasia Trofimovia.
    Questa giovane filmmaker moscovita riesce a farsi accettare in una unità medica sul fronte russo del conflitto e rimane con loro per un anno intero, raccogliendo testimonianze dei soldati, che passano dall'adesione acritica alle motivazioni patriottiche, alla disillusione più totale, dopo aver sperimentato in prima persona l'insensatezza del conflitto e le falsità della propaganda russa.
    Per montare il girato, la regista ha dovuto trovare ospitalità prima in Canada e poi in Francia dove si trova attualmente.
    Senza alcuna autorizzazione o permesso ufficiale, la regista si guadagna la fiducia dei soldati russi e si imbarca per un anno in un battaglione che attraversa l'Ucraina orientale. Ciò che scopre è ben lontano dalla propaganda e dalle etichette imposte dall'Est o dall'Ovest: un esercito confuso, soldati disillusi e spesso in difficoltà nel capire per cosa stiano combattendo.
    (ANSA).
   

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