Cultura

Quasi a casa, felice esordio di Carolina Pavone

A Notti Veneziane il film prodotto da Nanni Moretti

Redazione Ansa

(ANSA) - VENEZIA, 29 AGO - Un film fresco e originale questo 'Quasi a casa' di Carolina Pavone che passa oggi a Notti veneziane e sarà in sala dal 5 settembre distribuito da Fandango + Circuito Cinema.
    Echi di Mr. Ripley, ma senza delitto, questo rapporto sbilanciato che si instaura inevitabilmente tra Caterina (Maria Chiara Arrighini) vent'anni e tanta voglia di fare la cantante musicista e Mia (Lou Doillon) che cantante di successo lo è davvero.
    Le due si incontrano per caso al mare, ma Caterina, inizialmente, e poco più di una groupie. Grazie allo strano rapporto che si crea tra le due per Margherita inizia quel percorso verso la maturazione che il film scandisce in tre distinti capitoli: Non guardare giù, Il futuro comincia lentamente e Quasi a casa.
    Un film sulla voglia di crescere, sulle inevitabili delusioni che si affrontano per farlo e sul successo che visto da molto vicino brilla molto meno di quanto sembri.
    Davvero brave le due protagoniste principali, Maria Chiara Arrighini nata a Brescia nel 1998, tante esperienze di teatro, al suo esordio cinematografico e Lou Doillon attrice, musicista e modella franco-britannica che nel 1987 ha esordito al cinema in Kung-Fu Master di Agnès Varda, al fianco della madre Jane Birkin.
    E molto brava anche Carolina Pavone, classe 1994, assistente alla regia con Nanni Moretti nei film 'Mia madre', 'Tre piani' e 'Il sol dell'avvenire' che esordisce proprio con 'Quasi a casa'.
    Nel cast anche: Michele Eburnea, Stefano Abbati, Lucrezia Mandolesi, Teodoro Giambanco e Francesco Bianconi dei Baustelle.
    Il film prodotto da Sacher Film e Vivo film con Rai Cinema in associazione co Totem Films ha le musiche di Coca Puma.
    "I personaggi di Caterina e Mia hanno iniziato a prendere forma nella mia testa quando anch'io stavo affrontando il delicato momento dell'inizio e cercavo una mia strada nella vita adulta - dice la regista - . Più le immaginavo interagire e parlarsi, più ero curiosa di scavare nelle dinamiche del loro rapporto complesso. Caterina e Mia non sono amiche, non sono amanti, non sono madre e figlia e non lavorano insieme: era proprio la natura 'indefinita' del loro rapporto che mi ha catturata e che ho deciso di esplorare".
    E ancora Carolina Pavone. Le premesse di questo rapporto sembrerebbero incredibilmente magiche, ma Caterina realizzerà presto quanto possa essere pericoloso. Non si finisce mai di avere paura e di essere insicuri - conclude -, ma quando capiamo di appartenere a un luogo, e che per noi quel luogo è 'casa', dobbiamo fare tutto il possibile per non lasciarlo mai". (ANSA).
   

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