Cultura

The Return, gli orrori della guerra con gli occhi di Ulisse

Al Tiff il film di Uberto Pasolini riunisce Binoche e Fiennes

Redazione Ansa

(ANSA) - TORONTO, 08 SET - Gli orrori della guerra visti attraverso gli occhi di un eroe dell'antica Grecia, Odisseo (Ulisse dal nome latino). 'The Return' del regista e produttore italiano Uberto Pasolini (Full Monty, Still Life) è stato presentato in anteprima mondiale al Toronto International Film Festival. È una reinterpretazione dell'Odissea di Omero secondo Edward Bond, John Collee e lo stesso Pasolini. Uscirà in Usa il 6 dicembre distribuito da Bleecker Street. In Italia agli inizi del 2025 con 01 Distribution. Sarà presentato il 19 ottobre alla Festa del Cinema di Roma.
    Straordinario il cast, con Ralph Fiennes e Juliette Binoche che tornano a lavorare assieme 28 anni dopo 'Il paziente inglese' (The English Patient). Il film vince nove premi Oscar nel 1997. Sono Odisseo e Penelope. "Siamo rimasti amici in tutti questi anni - ha detto Binoche dopo la proiezione - e sono felice che ci siamo riconnessi sullo schermo. Questa volta Ralph non si trova su un letto (in riferimento a Il paziente inglese, ndr), ma Penelope è una specie di infermiera, è così 'paziente' con questo nuovo 'paziente' che torna a Itaca".
    Il regista tiene i due attori lontani per la maggior parte del film. Si ritrovano assieme solo nella scena finale. Nei panni del figlio Telemaco, Charlie Plummer. È un personaggio combattuto, si trova sotto costante minaccia dei pretendenti della madre che vorrebbero vederlo morto e il disperato tentativo di provare che è all'altezza del padre.
    Un film su Ulisse mancava dal 1954, all'epoca ci pensò Mario Camerini, nel cast Kirk Douglas e Silvana Mangano. "Erano 70 anni che non se ne faceva uno - ha detto all'ANSA Pasolini -. Va bene ora perché parla della guerra, dei suoi orrori, purtroppo di ciò che si vede ancora oggi. Da una parte il film è completamente contemporaneo, dall'altra è un ricordo della nostra infanzia di Omero anche se raccontato in modo più complesso psicologicamente. Noi rappresentiamo solo un pezzo dell'Odissea, la parte finale, non ci sono dei, mostri o viaggi, ci concentriamo sul momento del ritorno di un soldato, di una famiglia che si deve riunire". (ANSA).
   

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