Una piccola storia di amore, legami familiari, tradizioni, "un'omelia montanara" al di fuori del tempo, girata con rigore estremo, con attori in gran parte non professionisti, scelti uno ad uno fin nei più piccoli ruoli, il dialetto della Val di Sole senza il quale avrebbe perso la giusta musica. È Vermiglio di Maura Delpero, che dopo aver trionfato a Venezia con il secondo premio, il Leone d'argento - Gran premio della giuria, raccogliendo i favori pressoché unanimi della giuria presieduta da Isabelle Huppert, è ora il film designato dall'Italia alla selezione per l'Oscar per il miglior film internazionale.
Maura Delpero è felice certamente e anche saggia però. "Sono una outsider, insieme a Vermiglio ci saranno film meravigliosi da tutto il mondo ed è difficile dire come finirà, ma - dice la regista che con il suo film è designata dall'Italia agli Oscar - io vado avanti sapendo di aver lavorato sodo, di essere serena, di avere tanti feedback positivi dagli spettatori. Ho vissuto come donna, estranea al mondo del cinema, limitazioni tremende e guadagnato però un mio baricentro. Ringrazio Sorrentino per la generosità delle sue parole".
Una partita immensa per un piccolo film d'autore duro e puro e dunque ad alta resistenza, ma tutta da giocare perché la potenza della storia, una distribuzione americana sono decisivi, specie nella categoria dell'Oscar straniero. Entrerà nella short list Vermiglio il 17 dicembre? È quello che hanno ritenuto i membri della commissione di selezione che si sono riuniti oggi alle 11 all'Anica, uscendone circa un'ora e mezzo dopo con quel titolo.
Una sorpresa? I giochi, rispetto al favorito della vigilia ossia Parthenope di Paolo Sorrentino, già premio Oscar per La Grande Bellezza e già in nomination nel 2022 con È stata la mano di Dio, hanno iniziato a cambiare la notte dei leoni il 7 settembre, quando all'indipendente Delpero è andato il secondo premio. Come potevano i commissari non tenere conto del Gran Premio della giuria? Lì Vermiglio ha messo il turbo e le voci che oggi ce l'avrebbe fatta hanno cominciato a girare.
Con eleganza Paolo Sorrentino spegne subito a caldo eventuali polemiche e commenta: "Sono molto contento che l'Italia abbia scelto Vermiglio e lo dico con assoluta sincerità. Vermiglio è un ottimo film e io auguro a Maura Delpero un lungo e bel cammino in questa avventura memorabile che è la corsa all'Oscar". Una corsa a tappe: dopo il 17 dicembre, che è la prima meta, il 17 gennaio c'è l'annuncio delle nomination, mentre la cerimonia di consegna degli Oscar si terrà a Los Angeles il 2 marzo 2025.
Vermiglio è un piccolo film d'autore, rigoroso, come la stessa regista ha sottolineato accettando il Leone d'argento, un film produttivamente aiutato dai fondi pubblici i cui meccanismi oggi sono in revisione con grande contrarietà di tutto il settore. Costato 4 milioni di euro, è una produzione in parte della stessa regista con la neonata Cinedora e con Rai Cinema in coproduzione con Charades Productions e Versus Production che Lucky Red sta distribuendo dal 19 ottobre in poche sale, 25, divenute a grande richiesta 70 e 100 nel fine settimana. Ha trovato anche una distribuzione sul mercato nord-americano, negli Stati Uniti e in Canada con Sideshow e Janus Films. Certo, si può osservare che il blasonato Parthenope, con un cast corale in cui c'è tra l'altro Gary Oldman, ha una distribuzione fortissima americana con A24, una produzione con dentro persino Saint Laurent, e sulla carta poteva funzionare.
Con Martina Scrinzi, Tommaso Ragno, Giuseppe De Domenico, Roberta Rovelli, Sara Serraiocco, il film di Delpero racconta della vita nel paesino di Vermiglio nell'ultimo anno della seconda guerra mondiale, quando in una grande famiglia torna dal fronte un figlio soldato insieme ad un commilitone siciliano che si rifugia da quelle parti dopo aver disertato. Un 'corpo estraneo' che per un paradosso del destino fa perdere la pace, nel momento stesso in cui il mondo ritrova la propria.