L'Etna continua a eruttare la sua lava spaventosa come accade dal 1914, quando il kolossal Cabiria, diretto da Giovanni Pastrone e arricchito con le didascalie letterarie di Gabriele D'Annunzio, cambiò la storia del cinema, ma con le tecnologie digitali come la realtà virtuale, l'Intelligenza Artificiale e il motore grafico 3D Unreal Engine oggi strizza l'occhio anche a un pubblico più giovane. Sono passati ben 110 anni dall'uscita del capolavoro del cinema muto e Rai Cinema lo celebra svelando in anteprima al 76/o Prix Italia Re-Imagine Cabiria di Mattia Arrigoni che permette un'esperienza immersiva e coinvolgente, declinata in differenti contenuti e modalità di fruizione.
Un cortometraggio lineare e un cortometraggio immersivo creati con il motore grafico 3D Unreal Engine (Epic Games), utilizzato nei videogiochi come Fortnite, ma sempre più spesso applicato nell'ambito cinematografico e una combinazione di tools di Intelligenza Artificiale che rielaborano i primi due capitoli dell'opera originale, "L'eruzione dell'Etna" e "Il sacrificio e il salvataggio". Si tratta di un progetto del Museo Nazionale del Cinema di Torino e Rai Cinema realizzato da Cubia e Spazio Koch, in collaborazione con Unspace e con l'Università di Torino. Il corto VR è disponibile nelle salette CineVR del Museo Nazionale del Cinema e sulla App Rai Cinema Channel VR, mentre la versione lineare è fruibile su RaiPlay. Prossimamente sarà svelata una nuova esperienza di gaming nel Metaverso in cui i partecipanti possono vestire i panni di Maciste, uno dei protagonisti del film, ed esplorare ambienti virtuali e dinamici, ampliando così il coinvolgimento del pubblico più giovane. L'opportunità è quella di incarnare Maciste e partecipare, attraverso il suo avatar, ad alcune missioni avventurose nel Metaverso di Rai Cinema e in quello del Museo del Nazionale Cinema, sulla piattaforma di intrattenimento che offre innovative esperienze di realtà virtuale The Nemesis. L'esperienza sarà disponibile sia da mobile, sia da desktop.
"Re-Imagine Cabiria - spiega Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema - è proprio un punto d'incontro tra passato e futuro e valorizzando poi il patrimonio culturale italiano. È stato il primo kolossal della storia del cinema. Come ripresentarlo a un pubblico diverso utilizzando la le nuove tecnologie? Intanto la sperimentazione e la contaminazione sono un po' da sempre nelle grandi linee guida del racconto di Rai Cinema, questo da anni, anche nel cinema classico puntiamo sulla differenziazione dei generi e dei linguaggi cinematografici e anche con nuovi linguaggi magari non catalogabili proprio con l'obiettivo di raggiungere nuovi pubblici. Ecco, questo è il progetto perfetto perché è multipiattaforma, sempre però tenendo tenendo come stella polare l'approccio umanistico al centro del processo creativo. Quindi le nuove tecnologie sono strumenti facilitatori del racconto, ma non sono il centro: è appunto l'approccio umanistico con l'uomo al centro e il processo creativo al centro".
"Il Museo Nazionale del Cinema possiede la più ampia ed esauriente raccolta di documenti e materiali riguardanti la realizzazione nel 1914 di Cabiria di Giovanni Pastrone - racconta Domenico De Gaetano, direttore del Museo Nazionale del Cinema di Torino - e partendo dal restauro di questa pietra miliare della Settima Arte, realizzato dal Museo nel 2006, Re-Imagine Cabiria si colloca nell'intersezione fra tradizione, ricerca e innovazione, con l'ausilio delle più recenti tecnologie emergenti e dei nuovi linguaggi dell'audiovisivo". Secondo Giulia Carluccio, prorettrice dell'Università di Torino, Cabiria oltre a essere un kolossal "era già un'opera transmediale, era un tentativo dell'industria del cinema degli anni '10 di mettere assieme linguaggi diversi (cinema, letturatura, archeologia, musica) attraverso una grande spinta di sperimentazione tecnologica. Voleva già essere immersivo con sequenze straordinarie che cercavano di catturare lo spettatore. Il primo carrello della storia del cinema oppure i grandi effetti speciali dell'eruzione si prestano proprio a essere reimmaginati ora con nuove tecnologie. La tecnologia è in costante movimento, così come il cinema di cui in tanti momenti si è annunciata la morte, invece è fatto di nuove soglie ed è anche catalizzatore di contaminazioni e sperimentazioni. Il cinema si confonde con gli altri media e gli steccati non ci sono".
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