Potrebbe salire di nuovo sul palco degli Oscar a marzo Edward Berger, l'acclamato regista tedesco-austriaco il cui adattamento di Niente di nuovo sul fronte occidentale ha vinto nel 2023 4 Oscar su 9 candidature. Il suo nuovo film, Conclave, sta girando il mondo raccogliendo applausi come alla Royal Festival Hall il 10 ottobre per il London Film Festival, presenti i due protagonisti Ralph Fiennes e Stanley Tucci con Isabella Rossellini. E sarà sabato 26 ottobre alla Festa di Roma nella sezione Grand Public.
Secondo i rumors, la candidatura più forte potrebbe essere quella come migliore attore per Fiennes la cui performance è superlativa e che finalmente acciufferebbe la statuetta dopo le storiche candidature come miglior attore non protagonista per Schindler's List nel 1994 e come miglior attore per Il paziente inglese nel 1997. Non è certo il primo film a trattare il dietro le quinte di una elezione del Papa, il tema ha già affascinato altri registi tra cui Nanni Moretti per Habemus Papam, ma questa volta l'accento sul thriller è garantito dalla matrice letteraria del film che è un adattamento del romanzo di Robert Harris del 2016 (Mondadori).
Conclave si apre con la morte del Papa, che fa convergere a Roma i cardinali per riunirsi ed eleggere il nuovo capo della Chiesa cattolica, uno degli uomini più potenti del mondo. Ma dietro le quinte si celano imbrogli, traffici e cospirazioni, mentre i favoriti cercano di aumentare le loro possibilità con ogni mezzo. Il cardinale decano Lawrence (Fiennes), affidabile e perbene, si ritrova ad avere il compito di supervisionare la selezione, un processo al quale gradualmente si chiede se sia il caso di partecipare di persona. Ogni mossa dei cardinali è un movimento silenzioso, compreso i pasti nel refettorio, con l'effetto però di accrescere via via una suspense mozzafiato. Il tocco elegante di Berger porta progressivamente verso il colpo di scena finale (ovviamente noto a chi ha già letto il libro, vista la fedeltà della trasposizione firmata dallo sceneggiatore Peter Straughan).
È sorprendente che così pochi thriller politici e storici di Robert Harris siano stati adattati per il cinema, è il caso di Munich con George McKay e Jeremy Irons qualche anno fa, ma Conclave non delude le aspettative e sta guadagnando ottime critiche e credenziali per il successo agli Oscar. Oltre ai retroscena e colpi di stiletto tra gli aspiranti al trono di Pietro vacante e alla bellezza dell'ambientazione (tutto girato a Cinecittà), il focus di Conclave è una sorta di duello tra l'uomo e lo spirito. La fotografia di Stéphane Fontaine esalta queste due prospettive, le sequenze iniziali sbiadite e dai toni sommessi, mentre il corpo del Papa viene seppellito con tutti i riti e si cominciano a preparare le stanze per i cardinali. Poi dal primo giorno del Conclave, uno scenografico mare di rosso e bianco sullo sfondo della Cappella Sistina fa esplodere un'energia pittorica come nella scena di tutti i cardinali che camminano sotto ombrelli bianchi sotto la pioggia.
Se Fiennes è un Dean Lawrence guidato dall'onore e che scopre anche il coraggio di agire per il bene superiore (ma ovviamente il gioco del film è non sapere mai del tutto se è la sua ambizione terrena a guidare le sue azioni piuttosto che Dio), Stanley Tucci è il moderato Bellini che diffida del suo amico Lawrence, John Lithgow è il giornalista Tremblay, mentre Sergio Castellitto è Tedesco, un cardinale iper tradizionalista, e Isabella Rossellini è Suor Agnes che ha un ruolo decisivo da svolgere nel risultato. "È un film su quello che accade dietro le porte chiuse del Vaticano e che nessuno conosce, tutta materia perfetta per un thriller con colpi di scena continui" ha detto Berger alla Royal Albert Hall. "Spero che il pubblico si appassioni e rimanga sorpreso. È un viaggio elettrizzante tra i segreti del Vaticano ma anche un viaggio interiore nel dubbio". Ralph Fiennes giganteggia in sottrazione: "Il cardinale Lawrence principalmente ascolta, ma come lo fa ha il suo peso e il modo in cui vediamo il suo modo di ascoltare così sottile, interiorizzato, questo è importante per il film. Mi è piaciuta la sceneggiatura - ha detto l'attore 61enne - perchè non era un attacco 'semplicistico' alla Chiesa, ma una storia di sfumature sull'ambizione e su una infinita gamma di gradi di corruzione che sono gli stessi di una qualsiasi grande struttura gerarchica e tutto questo accade anche in Vaticano, perché anche lì sono umani, fallibili, fragili". Il film in Italia uscirà con Eagle il 19 dicembre.
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