Un adattamento del Re Lear "dove non muore nessuno", o quasi, "che vuole essere principalmente l'incontro tra padre e una figlia. Dove la maturità di cui si parla come necessario anello di sviluppo della vita, consiste nel tentativo, prima ancora di essere re e padri, nel cercare di essere uomini.
Al suo fianco oltre ad attori tutti con più ruoli, come Nando Paone, la straordinaria Federica Fresco (per Cordelia e le sorelle 'traditrici'), Roberto Manzi e Valerio Ameli c'è la straordinaria presenza di Michelangelo Pistoletto. Una partecipazione che in scena, passa per le opere, usate da scenografia del maestro dell'arte povera, e nel docufilm (che alterna le scene dello spettacolo, le prove e percorsi originali) si completa con un dialogo su crescita giovinezza, maturità e rinascita. "Ho sempre realizzato degli spettacoli, da Don Giovanni e Cirano, a Van Gogh. che a differenza del loro epilogo testuale offrissero una speranza - aggiunge Preziosi, presente alla Festa del Cinema di Roma anche come interprete di La città macchina di Dario Biello -. In questo caso i protagonisti della storia, padre e figlia, decidono di confrontarsi finalmente, sui temi importanti della vita". L'arte "per me nella sua forza liberatoria, dal punto di vista emotivo e culturale, deve farti sentire meglio, più felice, farti tornare a casa pieno, perché libera qualcosa dentro di te - osserva l'attore e regista, che spera anche di realizzare un progetto in questo senso su Lettera al padre di Franz Kafka - Con la speranza poi che a spettacolo finito, si voglia continuare quel viaggio. Ricordo ad esempio che quando mia figlia ha visto la preview del documentario, si è scoppiata a piangere perché ha capito, da ragazza di 18 anni, quali margini ci possono essere nel rapporto padre - figlio".
Oggi i ragazzi con i genitori "parlano sempre di meno, preferiscono forme di dialogo digitalizzato. Questo spettacolo vuole anche dare la possibilità di offrire un confronto". Il coinvolgimento in Aspettando Re Lear di Pistoletto è nato in modo casuale: "Io facevo le prove al Chiostro del Bramante, dove lui aveva una sua personale. Ci siamo incrociati un paio di volte, alla terza, ci siamo fermati e lui mi ha offerto di utilizzare le sue opere... è stata per me una grande responsabilità". Poi per l'intervista nel documentario "nelle sue risposte è stato di una pertinenza incredibile, spiegando come anche a 90 anni, attraverso l'arte riesca a rigenerarsi sempre in qualcosa di nuovo". (ANSA).
Preziosi, il mio Lear sul confronto tra padre e figlia
Alla Festa di Roma il docu con la partecipazione di Pistoletto