"Mi sento un po' un alter ego di Modigliani, ci ho messo tante cose mie in questo personaggio e ho scritto e riscritto la sceneggiatura tante volte. Proprio come lui ho poi toccato il fondo tante volte, ma poi ho sempre trovato una porticina che mi ha salvato". Così Johnny Depp a Roma nell'incontro ristretto in un albergo romano dove arriva con circa un'ora di ritardo dopo aver già dato forfait all'incontro ufficiale all'Auditorium delle 14 (si era parlato allora di un ritardo aereo).
Depp non a caso parla del pittore livornese perché ha portato alla Festa di Roma, dove riceverà stasera il premio alla carriera, 'Modì - Tre giorni sulle ali della follia', ovvero le settantadue ore più turbolente della vita di Amedeo Modigliani (interpretato da Riccardo Scamarcio).
Un pittore che fugge dalla polizia a Parigi e pensa di abbandonare per sempre la capitale francese, mentre i suoi amici bohémien, tra cui Maurice Utrillo e Chaïm Soutine (Bruno Gouery e Ryan McParland) e la sua musa-amante, Beatrice Hastings (Antonia Desplat), lo convincono a restare. In questa crisi artistica ed esistenziale Modì chiede consiglio al mercante d'arte Léopold Zborowski (Stephen Graham) e incontra il collezionista d'arte Maurice Gangnat (Al Pacino). Nel cast anche Luisa Ranieri nei panni della cuoca e modella Rosalia Tobia.
Depp, che torna alla regia a venticinque anni dal suo e The Brave (1997), ha utilizzato una sceneggiatura firmata da Jerzy e Mary Kromolowski, basata sull'opera teatrale Modigliani (1980) di Dennis McIntyre.
Come in un flusso di coscienza l'attore, al di là delle domande, un po' si confessa ai giornalisti dicendo: "Voglio fate altri due film d'attore e due da regista. Come attore dovrei interpretare Satana in un film di Terry Gilliam (mentre Jeff Bridges farà Dio). Devo dire che sono stato fortunato nella mia vita ancora oggi, dopo quaranta anni di carriera trovo della ragazzine che mi aspettano dappertutto. Insomma ho avuto una vita più bella di quanto mi immaginassi. Sono contento di quello che ho. Se non avessi avuto successo, sarei probabilmente un bello stronzo".
"Certo questo Modigliani è davvero un alter ego di Johnny Depp - dice Scamarcio -. È un personaggio dinamico anarchico e leggero, ma ha anche una certa purezza. Insomma un personaggio che devo dire somiglia anche un po' a me". Il fatto poi di recitare con Al Pacino spiega l'attore: "A Budapest quando ho letto la prima stesura del film non avevo immaginato chi interpretasse il personaggio del mercante d'arte. Quando l'ho saputo mi è preso un colpo. Poi sul set ho passato una giornata con Al Pacino che mi ha confermato il fatto che è una leggenda del cinema. Avevo una scena con lui lunga ben ventisette pagine e solo un'ora per studiare la scena. Nella conversazione che ho avuto con lui - continua Scamarcio - ho capito poi che ha la mia stessa idea di cinema e di recitazione. Il suo personaggio di mercante d'arte? In fondo - conclude - rappresenta una cosa universale, ovvero il rapporto non facile che c'è tra l'artista e chi ha i soldi".
Dice infine Luisa Ranieri: "Quando mi hanno telefonato, mi trovavo a Pantelleria, ho subito pensato a uno scherzo e ho attaccato. Non avevo poi date libere e sulla carta il film non potevo farlo, poi con serie di incastri ci sono riuscita. Di Depp - sottolinea poi - mi ha colpito la gentilezza e il suo modo particolare di guardare le cose".
Una curiosità Depp ha sfiorato l'Oscar tre volte, sempre come migliore attore protagonista: per La maledizione della prima luna (2004), Neverland - Un sogno per la vita (2005) e per Sweeney Todd - Il diabolico barbiere di Fleet Street (2008) che gli è valso un Golden Globe.