(ANSA) - ROMA, 08 NOV - 'Non sono quello che sono' di e con
Edoardo Leo, in sala dal 14 novembre con Vision Distribution, è
un film singolare che unisce due elementi apparentemente
opposti: il raffinato mondo pieno di belle parole di William
Shakespeare, in questo caso con la storia di Otello, e
un'organizzazione criminale del litorale romano, tra Nettuno e
Anzio, dedita allo spaccio di droga.
Siamo nel 2001.
Da qui un thriller sporco e dark che salva con molto coraggio i
dialoghi shakespeariani, ma li rende in dialetto romano e dove
tutti i personaggi sono come intrappolati in un destino senza
speranza con sullo sfondo le atmosfere grigie del mare in
inverno.
"L'idea di lavorare su Otello parte quindici anni fa perché è
una tragedia di una modernità sconcertante, ma ho anche pensato
che sarebbe stato un esordio azzardato per un principiante -
dice a Roma Edoardo Leo -. Poi l'articolo di un quotidiano che
parlava di un uomo che aveva trucidato la moglie mi ha fatto
ancora una volta considerare quanto fossero sottili le dinamiche
psicologiche raccontate da Shakespeare". (ANSA).
Quando l'Otello di Shakespeare è un criminale di Anzio
Edoardo Leo, tragedia su femminicidio di modernità sconcertante