(ANSA) - TORINO, 23 NOV - Nella lunga conferenza stampa di
Ron Howard al Torino Film Festival, che si è aperto ieri sera
con il suo film 'Eden', più volte il regista ha detto che
l'isola del titolo ricorda l'oggi e che noi tutti siamo lì in
fuga cercando di salvare il mondo, ognuno con la sua idea.
"Ho conosciuto questa storia quindici anni fa durante una
vacanza alle Galapagos e ne sono stato totalmente affascinato.
Ho pensato, sarebbe potuto benissimo essere un soggetto di
Herzog o di Terrence Malick. L'idea di fuggire dalla società è
molto pertinente al mondo d'oggi. Ed è bello così anche che
negli anni Trenta ci sono state persone in fuga che avevano
voglia di reinventarsi".
'Eden', che sarà distribuito prossimamente da 01 Distribution,
racconta infatti una storia vera. Negli anni Trenta nell'isola
di Floreana, nell'arcipelago delle Galàpagos il dottor
Friedrich Ritter (Jude Law) e sua moglie Dora Strauch (Vanessa
Kirby) si rifugia lì in fuga dalla Germania nel 1929. A loro
uniscono poi, grazie alla loro fama, altri pionieri come
Margaret (Syndey Sweeney) e Heinz Wittmer (Daniel Brühl),
ammiratori di Ritter e, infine, quattro personaggi: la baronessa
Eloise Bosquet de Wagner Wehrhorn (Ana de Armas), che ha come
velleitario progetto di costruire nell'isola un resort per
milionari, accompagnata da due suoi amanti e un servitore
ecuadoriano.
L'idea di questo piccolo drappello di rifondare un nuovo mondo
migliore da quello da cui si era fuggiti fallisce però
miseramente.
In cosa sperare? "Bisogna credere nel futuro, nella famiglia,
con tutto ciò che questo comporta. Oggi ci troviamo a vivere una
trasformazione che ha a che vedere con la tecnologia. È come se
la Rivoluzione industriale si moltiplicasse per dieci e non
sappiamo più cosa credere. Ma se ci confrontiamo gli uni gli
altri, senza cercare soluzioni facili come cercare un'isola
deserta, ma crediamo nel potere degli affetti, forse ci
salviamo". (ANSA).
Ron Howard, la fuga nell'isola di Eden ricorda l'oggi
Regista, bisogna continuare a credere nel futuro