(ANSA) - ROMA, 27 NOV - "Christian De Sica ha detto che il
mio nuovo film sarebbe piaciuto a suo padre": lo ha rivelato
Pierfrancesco Favino - ospite su Rai Radio2 a 5 in Condotta, ai
microfoni di Serena Bortone e con il consigliere Francesco
Cundari - protagonista nelle sale in questi giorni con
Napoli-New York, per la regia di Gabriele Salvatores.
"L'altro giorno Christian De Sica, dopo averlo visto, ha
mandato un bellissimo messaggio a Gabriele dicendo che il papà
avrebbe molto amato questo film, e in effetti alcune delle
atmosfere ricordano suoi lavori come Miracolo a Milano e altri -
ha detto l'attore - La pellicola è tratta da una sceneggiatura
di Federico Fellini e Pinelli rimasta nascosta per anni.
"Nel film ci sono molte citazioni storiche ad esempio quella di
una Commissione in un processo del 1912 che diceva degli
italiani cose che oggi siamo abituati a sentire spesso, anche
ultimamente da parte di Cariche dello Stato, che riguardano la
maniera di guardare agli stranieri. Ricordarci che lo siamo
stati anche noi - senza livori, senza ideologie e senza rancore
- penso sia utile e faccia bene alle nuove generazioni".
Riguardo la sua vita personale, Favino ha spiegato di aver
avuto la fortuna "di essere cresciuto, e di vivere, tra le
donne. Questo mi ha abituato a non aver paura delle mie emozioni
- ha aggiunto l'attore - a guardare quando il cielo si
annuvolava e scappare prima che la tempesta scoppiasse, ma non
mi ha fatto aver vergogna delle emozioni. Tra i tanti
insegnamenti di mia madre ne ricordo uno in particolare: avrò
avuto 4 o 5 anni, eravamo su un autobus a Roma e pioveva. C'era
un signore seduto, palesemente ubriaco, che aveva in mano due
rami di pesco. Io ero piccolo, quindi ero alla sua altezza, e
questa sua figura mi spaventava un po'. Lui mi porse questo ramo
e mia madre mi disse di prenderlo. Credo di aver imparato lì a
non avere paura degli altri, ma anche a non avere paura di
quella paura che avevo sentito prima". (ANSA).
Favino, per De Sica il mio nuovo film sarebbe piaciuto al padre
A Rai Radio2, "ricordiamoci di esser stati stranieri anche noi"