Cultura

Al via con Tamaro, Zecchi e Rovelli incontri Padiglione Italiano

Il 16 ottobre inaugurati gli incontri letterari

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 16 OTT - Susanna Tamaro, Stefano Zecchi e Carlo Rovelli, i rappresentanti italiani di Italia Ospite d'Onore alla Buchmesse di Francoforte, hanno aperto il 16 ottobre gli appuntamenti letterari al Padiglione Italiano che ha come cuore la piazza, progettato da Studio Stefano Boeri Interiors. "Dobbiamo riscoprire le migliaia di piazze che punteggiano l'Italia, non solo quelle più famose. Non dimentichiamo che l'Italia ha 5.000 borghi nella dorsale appenninica, di cui 2.500 abbandonati o semi abbandonati. E non c'è ne uno che non abbia una piazza", ha spiegato l'architetto Stefano Boeri in dialogo con Giovanni Agosti, storico e critico d'arte. Nell'incontro 'La bellezza delle parole', moderato dal giornalista Luigi Mascheroni, il filosofo Stefano Zecchi ha lanciato una provocazione, dicendo che Dostoevskij ci ha insegnato che la bellezza salverà il mondo, ma in realtà "bisognerebbe salvare la bellezza del mondo perché ora non c'è niente più sotto attacco dell'idea di bellezza che viene citata a sproposito e sbandierata senza motivo". "Se c'è un impegno che un uomo di cultura e anche un politico deve assumersi è quello di preoccuparsi dell'educazione alla bellezza delle nuove generazioni".
    Susanna Tamaro si è soffermata sulla bellezza che si costruisce e si coltiva attraverso le parole. "Qualsiasi scrittore ha il diritto di usare le parole che vuole, ma il dovere di utilizzare sempre le parole migliori e più efficaci, più giuste e più precise nel descrivere ciò che ha in mente". Nel dialogo tra il fisico Carlo Rovelli e il teologo Luigi Maria Epicoco, moderato da Nicola Spuntoni, Rovelli ha ha parlato di un'esigenza di vicinanza di valori, una voglia di ascolto che deve prevalere alla logica opposta della voglia di scontro. Epicoco ha criticato "l'ideologia della guerra, ma anche l'ideologia del pacifismo che - ha detto - non aiuta". E ha elogiato la fratellanza che non significa "tutti vanno d'accordo, ma un conto è litigare tra fratelli, un conto da nemici". (ANSA).
   

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