(ANSA) - PATRICK MODIANO: 'DORA BRUDER' (GUANDA; PP.136; 14.
Modiano parte da questa richiesta: da li' ricostruisce la storia della famiglia, i possibili motivi che hanno indotto la ragazza a sparire e che cosa abbia fatto per quel lasso tempo. Ripercorre i quartieri periferici di Parigi dove forse la ragazza si e' aggirata: gli hotel oramai chiusi da tempo, i cinema che non esistono piu'. Otto mesi dopo la sua scomparsa, Dora torna visibile, in tempo per essere richiusa con il padre al Velodromo d'Inverno dopo la razzia degli ebrei francesi, e quindi deportata ad Auschwitz dove morira'. Quel che avvenne in quei mesi che precedettero la sua deportazione, resta dunque un mistero: forse fu una fuga d'amore, o forse no. Non e' dato saperlo. Tuttavia - e qui e' la grande maestria di Modiano - e' proprio grazie al suo atto di ribellione che Bruder esce da cono d'ombra della storia e rivive le sue passate giornate. Un modo, ineccepibile, di richiamare la Memoria al di la' delle cerimonie ufficiali, delle giornate dedicate. Di lei sappiamo che e' esistita, era alta 1,55, aveva il volto ovale, gli occhi castano-grigi, un cappotto sportivo grigio, un pullover bordeaux, gonna e cappello blu marina, scarpe sportive color marrone. Ed abitava in Boulevard Ornano 41, 18/o arrondissement. Sembra di vederla, prima di scomparire travolta dalla volonta' omicida nazista.
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