(ANSA) - BOLOGNA, 02 DIC - 'L'infinito' di Giacomo Leopardi
stupisce ancora, grazie alla scansione 3D: una nuova analisi ad
altissima definizione del quaderno degli Idilli guidata da Paola
Italia, docente al Dipartimento di Filologia classica e
Italianistica dell'Università di Bologna, ha permesso di
individuare diverse sequenze di correzioni e tre successive fasi
di scrittura, a dimostrazione che il poeta di Recanati è tornato
più volte a rivedere quelle rime.
Per cercare di ricostruire le vicende che hanno portato alla
nascita di una delle liriche più celebri della nostra
letteratura, Italia ha accostato un nuovo metodo di analisi -
RTI, Reflectance Transformation Imaging - alle conoscenze e alle
metodologie della filologia d'autore.
"Nonostante sia forse l'autografo più conosciuto della
letteratura italiana, 'L'infinito' è un oggetto ancora
misterioso", commenta la docente. "Ancora non sappiamo con
precisione, ad esempio, se sia stato composto prima o dopo il 29
giugno 1819, ventunesimo compleanno di Leopardi, che diventato
maggiorenne tenta la fuga da Recanati. Tutto ciò che sappiamo è
legato a un quadernetto a righe che reca, oltre a 'L'infinito',
anche altri Idilli". I risultati dell'indagine saranno
presentati venerdì in un seminario a Bologna.
La tecnologia RTI utilizzata per l'analisi è stata usata
inizialmente soprattutto per lo studio di manufatti artistici
archeologici, ma si presta molto bene anche per l'indagine dei
manoscritti. "Fotografie ad alta definizione - spiega la prof.
Italia - vengono scattate con luce riflessa su una sfera da
diverse angolature e altezze, e poi ricomposte digitalmente,
creando così un'immagine tridimensionale che permette di
migliorare la percezione della superficie dell'oggetto e di
evidenziare le stratificazioni dei solchi lasciati dalla penna
nella scrittura". (ANSA).
Scansione 3D svela informazioni su 'L'infinito' di Leopardi
Individuate diverse sequenze correzioni e tre fasi di scrittura