Cultura

Abruzzese, non credo ne usciremo migliori

Sociologo, da solidarietà obbligata a conflittualità scatenata

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 06 APR - "Molti dicono che da questa esperienza usciremo migliori. Io ci credo di meno. In passato una volta finita l' emergenza si è sempre tornati al comportamento ordinario. Se così fosse anche stavolta, si passerà dalla solidarietà obbligata alla conflittualità scatenata". Il sociologo Alberto Abruzzese, una vita dedicata allo studio dei processi culturali e della comunicazione, riflette sulla crisi planetaria scatenata dal coronavirus prefigurando un "dopo" carico di problemi e di incognite. Che tipo di cambiamenti c'è da aspettarsi? "Le abitudini sono la dimensione che si trasforma più lentamente. Ora l' attenzione è puntata sulla ricerca della soluzione, la paura riguarda il corpo e il rischio di morire. Poi il problema sarà la sopravvivenza in un ambiente sociale ingiusto e crudele. Ci sarà un gran caos, una crisi economica tremenda, una conflittualità moltiplicata tra lobbies, ceti e fazioni''. (ANSA).
   

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