(ANSA) - CAGLIARI, 13 GEN - Il primo è stato l'Ordine di
Bergamo: era il 2017. Poi si sono aggiunte altre città: Roma,
Torino, Milano, Modena, Treviso.
A chiederlo era stata una delle iscritte, Silvia Mocci. "Ci è
sembrato naturale accogliere la sua richiesta - spiega Teresa De
Montis, presidente dell'Ordine che conta 312 donne su un totale
di 723 iscritti, il 43% - chi volesse utilizzare il termine
Architetta, dovrà semplicemente richiederlo all'Ordine. Non c'è
alcun obbligo, ma la possibilità di farlo. È un'opportunità in
più che si offre a chi lo desidera". "Il tema del linguaggio di
genere e del riconoscimento delle professionalità declinate al
femminile è uno dei temi principi su cui da sempre lavora Giulia
Giornaliste", sottolinea la fondatrice del coordinamento della
Sardegna, Susi Ronchi, chiamata dalle architette a partecipare
al dibattito promosso lo scorso dicembre.
"Risale al 1987 il rapporto di Alma Sabatini, 'Il sessismo
nella lingua italiana', commissionato dalla Presidenza del
Consiglio dei Ministri con le sue Raccomandazioni per un uso non
sessista nella lingua italiana - ricorda De Montis - dopo i
riconoscimenti da parte dell'Accademia della Crusca e del Miur
si arriva all'Agenda 2030: tra gli obiettivi per lo sviluppo
sostenibile, non poteva non includere il raggiungimento
dell'uguaglianza di genere". (ANSA).
"Architetta", l'Ordine di Cagliari sdogana il femminile
Tra i primi in Italia sposa il linguaggio di genere