di Marzia Apice
(ANSA) - ROMA, 09 FEB - ROBERTO VENTURINI, L'ANNO CHE A ROMA
FU DUE VOLTE NATALE (SEM, pp.192, 17 euro).
La casa, che il disagio di Alfreda ha reso un tugurio infestato
dagli insetti, deve necessariamente essere ripulita e svuotata,
altrimenti interverrà l'ufficio d'igiene. Ma lei, che inizia a
soffrire di demenza senile, non se ne cura troppo e di notte
sogna Sandra Mondaini: nel suo delirio la donna immagina che
l'attrice, conosciuta tanti anni prima al Villaggio Tognazzi, le
racconti la propria sofferenza perché non può riposare accanto
al marito Raimondo Vianello sepolto a Roma mentre lei è al
cimitero di Lambrate. Alfreda decide che bisogna "sanare" questa
ingiustizia e dà il compito a suo figlio Marco, al vecchio
pescatore Mario e a Er Donna, il travestito più richiesto della
via Pontina, di trafugare la salma di Raimondo dal Verano e
portarla accanto a quella di Sandra. Una pazzia? Forse, ma è
questa la condizione che Alfreda mette per lasciare che la sua
villetta venga sgombrata.
Mentre il grottesco e l'ironia su cui l'autore costruisce la
storia divertono affiancandosi alla fotografia spietata di una
realtà degradata e un'umanità dimenticata - tra solitudini,
criminalità e vite ai margini - che fa poco sorridere, la trama
trascina in una lettura capace di correre spedita e leggera,
anche quando i temi si fanno forti. E forse è proprio questa la
forza del libro, ossia mostrare la convivenza difficile e
tuttavia mai improduttiva degli opposti, perché neppure la
bruttezza può uccidere la meraviglia e in fondo si può sorridere
di tutto anche se con amarezza. (ANSA).
Libri: Venturini, L'anno che a Roma fu due volte Natale
Romanzo irriverente e nostalgico ambientato sul litorale romano