(ANSA) - PALERMO, 26 FEB - Nel 1938, quando entrarono in
vigore le leggi razziali, in Sicilia vivevano poco più di
duecento ebrei sia italiani che stranieri. Non era una presenza
significativa, almeno dal punto di vista statistico.
La figura di Moïse è rappresentativa della schiera di ebrei e
"quasi ebrei" che furono perseguitati per l'unica colpa di
essere di una "razza" da odiare. Moïse Schächter viveva da poco
in Sicilia. Di origine rumena, si era laureato in medicina e
aveva sposato con una ragazza di Lascari dalla quale aveva avuto
quattro figli. Fu arrestato a Palermo e per tre anni internato
in un campo italiano.
La sua vicenda riassume il dramma di intere famiglie ma anche di
illustri studiosi e scienziati come Emilio Segré (uno dei padri
della bomba atomica) che da un giorno all'altro furono
destituiti, allontanati dal loro ambiente, cancellati dagli
ordini professionali. Alcuni uscirono di scena ma tanti cervelli
in fuga trovarono rifugio e successo negli Stati Uniti.
L'Università di Palermo cacciò cinque professori e scelse come
rettore Giuseppe Maggiore, uno dei teorici della "Difesa della
razza". Sosteneva che gli ebrei potevano essere riconosciuti "a
naso, dall'odor judaicus caratteristico della sudorazione di
quel popolo".
L'antologia di vite che Hoffmann propone comprende anche le
storie di esponenti dell'elite economica finita sotto tiro di
cui faceva parte Guido Jung, che pure era stato un fervente
nazionalista e perfino ministro durante il fascismo.
Il libro dedica spazio anche ai "Giusti", persone che lavoravano
sotto traccia e rischiavano la vita come Calogero Marrone di
Favara morto a Dachau dove era stato internato perché da
funzionario dell'ufficio anagrafe di Varese aveva aiutato alcuni
ebrei a fuggire. E tra i "Giusti" si ritrova anche Giulia
Florio, esponente di una famosa dinastia imprenditoriale, che a
Roma aiutò quattro famiglie ebree a sfuggire al rastrellamento
del 16 ottobre 1943 nel ghetto. La storia riserva un posto
importante a un altro "Giusto" siciliano, il magistrato Giuseppe
Pagano. Sollevato dal fascismo e tornato in servizio, fu lui
come presidente della Cassazione a convalidare i risultati del
referendum del 1946 quando l'Italia si lasciò alle spalle il
razzismo per diventare una democrazia. (ANSA).
Libri: razzismo; cento storie di ebrei siciliani
Il volume è frutto di una lunga ricerca e di racconti privati