(ANSA) - MILANO, 02 MAR - "Un popolo non muore con il crollo
delle case, resta vivo per i valori che ha nell'anima": questa
frase di Giorgio Zamberletti pronunciata il 30 aprile 1977
quando terminò il mandato come commissario in Friuli resta
valido anche oggi che la calamità non è un terremoto ma una
pandemia.
Non a caso il presidente della Repubblica Sergio Mattarella
l'ha citata nel suo ricordo di Zamberletti, che apre 'La luna
sulle ali', biografia del padre della Protezione civile scritta
dal giornalista Gianni Spartà e dal funzionario della Protezione
civile Lorenzo Alessandrini ed edita da Macchione editore a un
anno dalla sua morte.
Ma fu dopo la tragedia di Vermicino, la morte il 13 giugno
1981 del piccolo Alfredino Rampi dopo che era caduto in un pozzo
artesiano, che ebbe il via libera all'opera di cui ancora
lascia l'eredità: "fu proprio dopo quella vicenda che Pertini mi
disse: Zamberletti, adesso devi farmi la Protezione Civile.
Dammi la tua parola". Parola mantenuta. (ANSA).
Libri: dai boat people all'Irpinia, la vita di Zamberletti
Padre della protezione civile; Mattarella, gli siamo grati