(di Marzia Apice)
(ANSA) - ROMA, 29 MAR - LUCA WARD, IL TALENTO DI ESSERE
NESSUNO (Sperling & Kupfer, pp.265.
"Con questo libro scritto a 60 anni, che sono un traguardo anche
se li ho vissuti malissimo, si segna il punto e si riparte",
dice l'attore intervistato dall'ANSA. "Avevo tante cose da dire,
soprattutto per smentire un'immagine che non corrisponde al
vero: spesso si pensa che chi fa il mio mestiere sia
necessariamente un vincente, uno che ha una famiglia fantastica,
che ha la villa con piscina, ma non per tutti è così. Siamo
persone normali, e avevo voglia di dirlo soprattutto ai giovani,
che inseguono il successo e non una professione".
Figlio d'arte - il padre Aleardo, scomparso nel 1973 ancora
giovane, e la madre Maresa Di Carlo erano entrambi attori - Ward
ha collezionato tantissimi lavori, dentro il mondo dello
spettacolo (il doppiaggio, in cui è un fuoriclasse, il cinema,
la tv, la radio e soprattutto il teatro, dove ha ricoperto molti
ruoli, dall'attrezzista al fonico, prima di fare l'attore
protagonista) e fuori, senza paura di sporcarsi le mani,
imparando dove poteva e impegnandosi senza risparmiarsi: "Ho
inseguito un talento che c'era, perché ognuno ha un talento e
bisogna solo scoprirlo. Ho avuto la fortuna di lavorare con
tanti maestri, ma poi sono sempre stato un attore indipendente.
I miei genitori non erano attori famosi e quindi io ero il
signor nessuno, per questo ho cercato di difendere la mia
professione, studiando e dimostrando di essere affidabile e
capace", dice, "prima però ho fatto tanti mestieri per portare i
soldi a casa, perché quando è morto mio padre abbiamo conosciuto
l'indigenza vera. La mia famiglia mi ha insegnato che ognuno
deve fare il proprio dovere, sempre". Quanto conta la famiglia
nella vita di un attore? "E' fondamentale, noi attori siamo
fuori casa 7 mesi l'anno. Io nella mia vita ho avuto due mogli
(la prima Claudia Razzi, e l'attuale, Giada Desideri, ndr) e
sono state entrambe necessarie per la mia carriera, forse non ce
l'avrei fatta da solo", ammette.
Nel libro scrive che deve tutto al pubblico: come si fa a non
deludere le aspettative di chi la segue da tanti anni? "Ci vuole
sempre fortuna, ma in realtà credo serva scegliere progetti di
qualità. Per esempio in teatro da anni lavoro con Massimo Romeo
Piparo, un produttore che non guarda al presente ma al futuro.
Lui ha portato il pubblico ad amare il musical italiano",
afferma.
Il 27 è stata la Giornata Mondiale del Teatro. Da oltre un
anno il settore dello spettacolo è in ginocchio: potevano essere
fatte altre scelte? "Sono convinto che si dovesse agire
diversamente: posso capire lo sconcerto dei primi mesi, ora però
ne sono passati 13. I teatri, con lucidità, avrebbero potuto già
riaprire, come è avvenuto in Olanda, Spagna, Russia",
sottolinea. "La strada è ancora lunga, del resto è cambiato il
timoniere ma l'equipaggio è lo stesso". Quali sono i suoi
progetti futuri? "Innanzitutto tornerò in tv con Ulisse di
Alberto Angela a partire dal 21 aprile. Da non perdere la
puntata dedicata agli Etruschi: lì sarò anche in video e io che
sono il mago della parola sarò messo in difficoltà da Alberto.
Sono davvero orgoglioso di stare nella sua squadra", dice, "poi
tornerò in teatro. Riprenderemo la tournée interrotta di Full
Monty di Piparo interrotta a marzo scorso e poi faremo Mamma
Mia! di nuovo. Quando i teatri riapriranno non vogliamo fare
esperimenti, ma ripartire da ciò che piace al pubblico".
Ripeterà l'esperienza della scrittura? "Ci sto già pensando:
potrei scrivere il secondo capitolo dell'autobiografia, oppure
un libro motivazionale, per aiutare le persone a realizzare
delle cose". Nel libro si descrive come un viaggiatore. Dove
andrà appena sarà possibile? "Farò un viaggio lungo, voglio
prendere l'aereo", afferma, "intanto spero che qualcuno mi
chiami per girare un documentario in un posto lontano, ci andrei
anche senza discutere il cachet". (ANSA).
Luca Ward, Il talento di essere nessuno
L'autobiografia del doppiatore e attore, tra carriera e famiglia