(di Mauretta Capuano)
(ANSA) - ROMA, 13 GIU - Si svelano segreti, si sciolgono nodi
arrivati al pettine e Rocco Schiavone è sempre più solo e
depresso nel nuovo romanzo di Antonio Manzini, 'Vecchie
conoscenze', il decimo dedicato al vicequestore, appena arrivato
in libreria per Sellerio, come tutti gli altri. "Rocco ha
bisogno di mettere un bel punto a tutte le situazioni aperte
della sua vita passata. Questo libro chiude tutta una serie di
problematiche che si erano aperte nei libri precedenti e dal
prossimo devo ricominciare da zero. E' un pericolo mostruoso,
non ho più le spalle coperte però era arrivato il momento" dice
all'ANSA Manzini, tra i protagonisti più attesi di Libri Come,
la festa del libro e della lettura tornata in presenza, con
alcuni collegamenti in streaming, all'Auditorium Parco della
Musica di Roma fino al 13 giugno. Ma quali sono le problematiche
rimaste in sospeso? "Al di là di quelle psicologiche, di vita,
Rocco ha un sospeso mostruoso con un cadavere che non si trova
più. Le cose sospese riguardano anche un suo amico, Baiocchi,
che è un cattivo e non si sa che fine abbia fatto. I due si
inseguono e in questa storia finalmente si conclude anche questa
vicenda che va avanti dal terzo libro. E arriva a conclusione
anche la questione poliziotta che lo aveva tradito. Tutti nodi
che si dovevano sciogliere" dice Manzini. E aggiunge "Rocco è
più provato del solito. E' un personaggio assillato dall'amore
ma che l'amore non lo può vivere. E' una ennesima maledizione
che ha. Comunque la giri la risposta è sbagliata però mi diverte
troppo". In 'Vecchie conoscenze' il vicequestore è alle prese
con la morte di una storica dell'arte, specialista di Leonardo
da Vinci, colpita con un oggetto pesante alla testa nella sua
abitazione piena di libri preziosi, ma deve fare i conti anche
con il fatto che "perde pezzi importanti sia fisici che di
amicizia. Il distacco fa parte della sua vita, è una specie di
spada di Damocle che fa sì che ogni volta che si affeziona a
qualcuno questo si allontani in qualche modo. Come il trapano
che batte sul nervo scoperto" racconta Manzini. Rispunta anche
Sebastiano, l'amico d'infanzia e di imprese al limite della
legalità. "Sebastiano è uno dei fulcri del passato di Rocco,
custodisce due segreti che in questo libro vengono finalmente
svelati. Anche gli altri amici romani, Furio e Brizzio,
partecipano ai suoi drammi ma loro sembra che facciano finta di
non averne. Come se non volessero appesantirgli la vita, ma
invece credo che dovremmo essere più sinceri in amicizia. Ti può
far male, ma da un amico devi accettare soprattutto gli
schiaffi. Quello che fa male in questo romanzo è il tradimento
dell'amicizia che Rocco ritiene peggiore del tradimento
dell'amore" racconta lo scrittore. Da 'Vecchie conoscenze'
saranno tratte anche tre nuove puntate della amatissima serie tv
di Rai2 con Marco Giallini. "Facciamo quattro nuove puntate:
tre da questo libro e una quarta da un vecchio racconto in cui
Rocco deve risolvere un caso su un treno, un Freccia Rossa. Si
dovrebbero girare a febbraio prossimo per almeno 4 mesi per
andare in onda nell'autunno 2022. Questa volta sarà più
complicato. Dobbiamo azzardare un'altra narrazione. Di solito in
ogni puntata c'è un cadavere, qui dobbiamo parlare d'altro. La
serie si dovrebbe aprire con il racconto del treno e chiudersi
con il caso di Baiocchi, il cattivone. Le altre due puntate
riguardano il mondo dell'arte" anticipa Manzini. Perchè il
mondo dell'arte? "Perchè c'è una cosa che mi da fastidio da
tempo e cioè l'intellighenzia vera di questo Paese si è
ritirata in buon ordine lasciando spazio a cialtroni e parvenu e
questa è una grave perdita di qualità per l'Italia" racconta
Manzini. Così nel romanzo la storica dell'arte, Sofia Martinet,
sui settant'anni, famosa nel suo campo a livello internazionale,
muore dimenticata, abbandonata perchè nessuno la conosce. "Tutti
dicono 'è morto un luminare', non vi rendete conto. racconto il
suo mondo accademico, dell'Università, delle lotte e piccole
invidie che ci sono all'interno di queste comunità che mi
piacerebbe non fossero più comunità ma diventassero voce del
popolo nel bene e nel male" sottolinea Manzini. E la pandemia
entrerà mai nelle storie di Rocco Schiavone? "No, mai, non è
interessante. Per ora sono indietro, siamo nel 2014, ma quando
arriverà il 2019 Rocco dormirà per due anni. Farà un incidente
e andrà in coma due anni. Si sveglierà e gli diranno sai che c'è
stata una pandemia" dice scherzando Manzini. E aggiunge:
"Nessuno, io per primo, si vuole ricordare la pandemia. Non lo
farei mai come non ho mai affrontato il problema di Totti che ha
lasciato il calcio. Sono cose di cui non si parla. Sono lutti
che uno tiene dentro di se, nel dolore del suo nido". Il
futuro? "Siamo già peggiori, basta guardare le intenzioni di
voto degli italiani" dice Manzini che è autore anche di romanzi
senza Rocco Schiavone a cui tiene molto, l'ultimo è 'Gli ultimi
giorni di quiete' del 2020. Ma ora sta pensando a un libro per
ragazzi. "Mi piacerebbe tanto scriverlo. La storia mi frulla in
capo da sei-sette anni ma i libri per ragazzi sono difficili per
me. Ti devi reinventare una voce perchè stai parlando con i
ragazzi dai 10 ai 15 anni. Mi faccio una overdose di Pinocchio,
lo leggo sei sette volte e poi magari viene" racconta tra le
risate. (ANSA).
Leggi l'articolo completo su ANSA.it