(ANSA) - PALERMO, 21 SET - (ENRICO CORTESE: STORIA DI UN
PARTIGIANO. SCIASCIA EDITORE, 144 PAGINE, 15 EURO)
Dalle prime "cospirazioni" antifasciste giovanili in Sicilia
alla Resistenza in Emilia e poi il ritorno per una lunga
carriera politica e parlamentare, costellata dalle lotte degli
zolfatari e dei contadini, lasciata per l'insegnamento
universitario.
La militanza antifascista è, con la partecipazione alla
Resistenza, l'esperienza più notevole cominciata alla fine degli
anni Trenta a Caltanissetta dove si era formato un gruppo
giovanile clandestino del quale, oltre a Cortese, facevano parte
Leonardo Sciascia, Pompeo Colajanni (il comandante Barbato che
liberò Torino), Calogero Boccadutri, Emanuele Macaluso.
Caltanissetta era a quel tempo una città nella quale i fermenti
democratici e culturali passavano anche attraverso la scuola
dove si potevano incontrare Luca Pignato, Luigi Monaco,
Vitaliano Brancati. Il gruppo dei giovani antifascisti, non
potendo uscire allo scoperto, aveva sperimentato un metodo
beffardo. Tutti partecipavano agli incontri e, scimmiottando la
retorica di regime, citavano tra gli applausi frasi di Mussolini
che erano invece di Georgi Dimitrov del Comintern oppure del
presidente americano Franklin Delano Roosevelt.
"L'amico Gino Cortese - ha raccontato Sciascia - riteneva, e
noi con lui, che occorreva giocare 'doppio' e non c'era
convegno, conferenza o collaborazione a giornali fascisti che
noi eravamo in diritto di rifiutare. I fascisti erano stupidi e
noi ne approfittavamo".
Finito nel reggimento Cavalleggeri Guide di Parma, Cortese
entrò in contatto con gli antifascisti emiliani attraverso i
quali, nel 1943, aderì alla 47ma brigata Garibaldina. Con il
nome di "Ilio" diventò commissario politico di quella che gli
Alleati consideravano una brigata dalla "testa calda". Le sue
imprese saranno raccontate da Ubaldo Bertoli nel libro "La
quantasettesima".
A guerra finita, Cortese tornò in Sicilia. E da Caltanissetta
riprese una carriera politica che lo portò come deputato per
vent'anni, tra il 1947 e il 1967, all'Assemblea regionale
siciliana. Fu anche capogruppo del Pci dal quale cominciò a
distaccarsi per scegliere l'insegnamento universitario. Nei suoi
corsi di filosofia il tema della Resistenza, come quello della
mafia, era sempre presente. (ANSA).
Storia di Ilio, il partigiano che beffava il regime
La biografia di Luigi Cortese scritta dal figlio Enrico
