(di Mauretta Capuano)
(ANSA) - ROMA, 19 OTT - PIETRO CASTELLITTO, GLI IPERBOREI
(BOMPIANI, 231, EURO 18,00). Pietro Castellitto, attore,
sceneggiatore, regista, a quasi trent'anni esordisce nella
narrativa con il romanzo 'Gli Iperborei' che arriva in libreria
il 20 ottobre per Bompiani. Ma ha sempre scritto tanto e passare
a un romanzo non è stato "un salto drastico" dice all'ANSA.
"Ho iniziato abbastanza presto a scrivere e quindi a ragionare
scrivendo. Non mi è sembrata una cosa folle pensare di scrivere
un libro, era tutto sommato in linea con quello che da dieci
anni a questa parte facevo. E poi per il tipo di storia, per le
modalità in cui i sentimenti entravano, per la quantità di
sfumature psicologiche la vicenda mi sembrava più giusta per un
romanzo che per un film" racconta. Anzi, 'Gli Iperborei' che è
la storia di un gruppo di amici vicini ai trent'anni che hanno
tutto ma si sentono in trappola e vogliono vivere la loro
estate, quella in cui trovare la via d'uscita, fa parte per
Castellitto di una trilogia sulla gioventù partita con il film
'I predatori' che ha scritto, diretto e interpretato e con cui
ha vinto il premio Orizzonti per la miglior sceneggiatura alla
77/ma Mostra del Cinema di Venezia e il David di Donatello e il
Nastro d'argento 2021 come miglior regista esordiente.
"La sensazione che ho è che con I predatori, Gli Iperborei e il
secondo film che scriverò, per ora in una fase totalmente
embrionale, si chiude una sorta di trilogia della gioventù.
Tutti e tre nascono da una necessità e dalla voglia di dire
qualcosa. Poi le modalità sono diverse e quindi anche il format
è diverso" sottolinea Castellitto.
Figlio di Sergio Castellitto e Margaret Mazzantini, cresciuto
respirando il mondo del cinema e della letteratura, Pietro
avrebbe potuto soccombere al confronto con i suoi genitori e
invece per lui è stata una spinta. "Se non avessi avuto quello
scoglio da superare mi sarei impegnato di meno, me la sarei
presa più comoda e invece ho sempre lottato con la voglia di
fare cose talmente belle che facessero dimenticare di chi fossi
figlio. Poi magari non ci sono riuscito ma questa è stata la
spinta in più. Su molte questioni della vita il giudizio ultimo
che ascolto è quello di mia madre" dice. E poi riflette,
parlando a voce bassa, con calma, sul fatto che "un libro
rimarrà per sempre. I film sono legati alla visione, poi devi
andare a recuperarli". Ma più di tutti lo ha emozionato
Francesco Totti che ha interpretato nella fortunata serie
televisiva Sky 'Speravo de mori' prima'. "Totti è stato parte
integrante della mia giovinezza. Ha prodotto in me emozioni
superiori a quelle dei film o dei libri. Ha contribuito a
formare il mio immaginario. Le emozioni sono la benzina.
Interpretarlo sembrava uno scherzo del destino però non potevo
dire di no. E' andata molto bene, quando provi emozioni vere
tutto lo snobismo, i preconcetti, le finte o vere ideologie,
decadono".
I ragazzi de 'Gli Iperborei', Stella, Guenda, Poldo, Ciccio
"Tapia" hanno tutti un passato burrascoso. "Hanno vissuto la
loro adolescenza in maniera intensa, cercando di vivere in modo
diretto le cose. Però adesso hanno quasi trent'anni e tutta
quella noncuranza, curiosità e fame di vita sta scemando e
lottano con il mostro di dover contraddirsi, di dover
abbandonare una fase della vita che per quanto possa sembrare
amorale era originale, era autentica" racconta Pietro
Castellitto.
Poldo, voce narrante della storia, sei un po' tu? "Si
sicuramente, in parte. Però Poldo ha vissuto una vita che io in
maniera così intensa non ho avuto il coraggio di vivere e
quindi è una mia proiezione fisica di qualcosa che ho vissuto
solo intellettualmente".
Sono cresciuti insieme e solo pochi anni prima questi amici
giocavano insieme, erano la scimmietta, il leone, il canguro
nella recita di fine anno alla scuola inglese. Ma desso ci sono
la cocaina, l'alcol, le scelte, la gita in barca, una festa
sotto le stelle e una cicatrice dopo un'operazione oncologica
raccontati anche con diversi caratteri grafici. "La cicatrice è
un po' l'impossibilità di liberarsi dal passato e dal tempo
storico. La parte in corsivo è il libro che Poldo scrive,
'Fossili', e che piace a personaggi più grandi di lui, primo fra
tutti il produttore Brando".
Cosa pensi della tua generazione? "Forse è stata la prima che ha
cominciato a dare per scontato lo stordimento. E' una
generazione sfilacciata, accomunata da una sorta di rabbia che
nasce dal fatto che gran parte delle energie creative che i
ragazzi hanno rischiano di non trovare sfogo nel mondo reale. A
prescindere dai valori che si imporranno è sano invece
ristabilire un mondo nel quale non ci sia una così grande
distanza tra i sogni e la possibilità di realizzarli".
Gli Iperborei "popolo mitico dell'antica Grecia che non è mai
esistito, erano forti, muscolosi, belli e quando erano stanchi
della vita si gettavano in mare" racconta Castellitto. E con il
filosofo Frederich Nietzsche qual è il legame? "Come Nietzsche
Poldo cerca un buco che dal nulla porti a qualcosa". Un secondo
libro? "Mi piacerebbe scriverlo ma ci vuole tanto tempo. Non
parto mai dalla trama, ma da alcune suggestioni e alcune
inquietudini a cui voglio dare un corpo. Adesso devo scrivere
il secondo film" dice Castellitto ma il secondo romanzo
arriverà. (ANSA).
>>>ANSA/Pietro Castellitto, primo libro non è salto drastico
20 ottobre esce 'Gli Iperborei' parte di trilogia su gioventù