(di Marzia Apice) (ANSA) - ROMA, 26 OTT - CLAUDIO COSTA (a cura di), "E SEGUITO ER CAMMINO COR DESTINO IN SACCOCCIA". TRILUSSA LIBRO PER LIBRO (Castelvecchi, pp. 384, 29 euro). Distaccato e scettico, pacifista e nostalgico del passato, ma soprattutto dotato di una penna raffinata e di uno sguardo sensibile, seppur mascherato dal sarcasmo, attraverso cui osservare le miserie quotidiane e l'infausto destino dell'umanità: resta ancora molto da approfondire sulla figura celebre e amata di Trilussa, all'anagrafe Carlo Alberto Salustri, al quale è dedicato il libro "E seguito er cammino cor destino in saccoccia. Trilussa libro per libro", a cura di Claudio Costa, massimo esperto del poeta, e pubblicato da Castelvecchi. Pensato in occasione dei 150 anni dalla nascita (che cadono il 26 ottobre), il volume, con la prefazione di Luca Serianni e l'introduzione di Marcello Teodonio, segue "libro per libro" l'opera omnia di Trilussa, sulle tracce di quel progetto a cui il poeta stesso lavorò probabilmente tra il 1947 e il 1950 (e che poi vide la luce postumo nel 1951) per riunire in un un'unica pubblicazione tutti i suoi precedenti dodici libri di poesie. Ripercorrendo dunque le poesie trilussiane secondo l'ordine di pubblicazione delle varie raccolte voluto dal poeta, il libro analizza alcuni dei temi più cari all'autore nonché questioni stilistiche, grazie ai contributi di Costa, Serianni e Teodonio, e poi di Maurizio Ceccarini, Luigi Matt, Luigi Giuliani, Loredana Massaro, Laura Biancini, Secondina Marafini, Carolina Marconi, Davide Pettinicchio, Giulio Vaccaro e Franco Onorati: in questo senso è dunque un'opera corale del tutto nuova, utile a riscoprire Trilussa come poeta consapevole dei suoi mezzi espressivi, partendo appunto dalle sue parole, ma anche come uomo e come personaggio pienamente inserito nel suo tempo. L'idea che anima la pubblicazione è quella di accendere di nuovo i riflettori su un letterato e artista complesso, soffermandosi sulla sua tecnica innovativa, sullo stile originale, e sulla sulla capacità di incidere nella cultura e nella società della prima metà del Novecento. La guerra e la religione, il potere che schiaccia il popolo, la necessità di appartenere a una patria, l'antifascismo e il ripudio della guerra, ma anche l'uso del dialetto romanesco e la reinvenzione del genere della favola: sono questi solo alcuni dei temi e degli aspetti stilistici su cui il libro vuole riflettere, proponendo una rilettura più consapevole di Trilussa, un autore che, come scrive Costa chiudendo il volume, è stato "amato sempre dal pubblico, corteggiato da vivo da certi ambienti intellettuali, screditato da altri, dopo la morte è stato dapprima denigrato da una fazione di esegeti molto accreditati poi riconsiderato da altri in occasione del centenario della nascita, preferibilmente snobbato dalla critica accademica, praticamente assente dalla manualistica scolastica (come quasi tutti i dialettali)".
"L'invito dunque è: rileggiamo Trilussa, considerandolo nel suo tempo e fuori dal tempo, come tutti gli autori che sanno parlare alle epoche future - prosegue Costa -, senza pregiudiziali: né autore minore né maggiore, non poeta romanesco ma poeta in un dialetto italiano, dimenticando gli aneddoti che hanno costellato la sua vita e cercando piuttosto di capirne la poetica". (ANSA).
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