(di Angelo Cerulo)
(ANSA) - NAPOLI, 17 NOV - GIUSEPPE GALZERANO, 'ANDREA SALSEDO
- VITA, GALERA E MORTE DELL'EDITORE ANARCHICO 'SUICIDATO' DALLA
POLIZIA AMERICANA' (Galzerano Editore, Casalvelino Scalo, pp.
1. 168, euro 50,00)
Non è passato alla storia come Nicola Sacco e Bartolomeo
Vanzetti, gli anarchici mandati a morte innocenti negli Stati
Uniti alla fine degli anni Venti, ma la storia di Andrea
Salsedo, morto in quegli stessi anni negli States, lascia
ugualmente l'amaro in bocca. L'editore e scrittore cilentano
68enne Giuseppe Galzerano, a un secolo dalla morte di Salsedo,
tenta di squarciare il velo su una vicenda complessa. "Il 3
maggio 1920 'volò' da una finestra 'suicidato' dalla polizia a
New York" spiega Galzerano, laurea in Pedagogia e in Lettere,
già docente di Materie Letterarie con un interesse per la storia
del movimento anarchico, operaio e rivoluzionario. "Salsedo
sospettato di aver stampato dei volantini in inglese trovati tra
le macerie di un attentato, era stato arrestato con l'anarchico
calabrese Roberto Elia, un altro tipografo, due mesi prima e
trattenuto illegalmente senza mandato di arresto".
Alla moglie Maria Petrillo, evidenzia Galzerano, "gli agenti
suggerirono di rispondere a chi domandava del marito col dire
ch'era in ospedale". Stanco di subire pestaggi, torture e
interrogatori - anche se innocente - 'confessa' di aver stampato
il volantino, "anche perché si tratta di un eventuale reato,
penalmente irrilevante, con la speranza di tornare a casa, ma
invece viene lanciato dal quattordicesimo piano di Park Row e
viene trovato sfracellato sul marciapiedi". Evidentemente gli
anarchici per la polizia sono particolarmente adatti a 'volare',
dice con sarcasmo Giuseppe Galzerano e aggiunge: "La stampa
americana denunzia l'abuso poliziesco e gli agenti, per
difendersi, dicono che era stato lo stesso Salsedo a chiedere di
rimanere in galera e lo avevano accontentato, addirittura
portandolo al ristorante e al cinema...".
La moglie è costretta a tornare all'isola di Pantelleria con
i suoi due figli, ma denunzia le autorità americane per la morte
del marito chiedendo un risarcimento di centomila dollari. Tra i
denunciati anche Micthell Palmer, candidato (non eletto) alla
presidenza degli Stati Uniti. Il giudice Manton respinge la
denunzia della moglie, anzi la vorrebbe processare per aver leso
l'onore della polizia americana. Adesso un discendente di Andrea
Salsedo è un senatore democratico. L'altro protagonista,
Roberto Elia, è costretto a tornare in Italia e poi muore a
Napoli nel 1924.
"Andrea Salsedo - dice Galzerano - non verrà mai riabilitato:
riconoscere la verità sulla sua morte significherebbe incolpare
di omicidio la polizia di New York". Una storia inedita
dell'Italia errante, ribelle e sovversiva del primo Novecento si
legge nella copertina del libro, "ricostruita per la prima
volta, nella ricorrenza del centenario, grazie alla ricerca di
un'ampia documentazione archivistica e giornalistica, italiana e
americana, oltre alla pubblicazione di materiale secretato dal
Department of Justice, l'attuale FBI".
Forse anche per Salsedo si dovrebbe comporre un'altra 'Heres'
to you', forse anche per Salsedo ci vorrebbe un film con le
musiche di Ennio Morricone per fare luce su una morte ingiusta
di un italiano in terra straniera. Ne è convinto Galzerano che
conclude: "Non è la prima volta che uomini affidati alla
custodia dello Stato - in America, in Italia o altrove - siano
stati uccisi. Il governo italiano è chiamato a tutelare la vita
dei propri cittadini, in patria e all'estero". (ANSA).
Leggi l'articolo completo su ANSA.it