(ANSA) - FIRENZE, 25 NOV - Una Dea dell'Ombra, rimasta
appunto per secoli nell'ombra. A scoprirla, o riscoprirla, è il
libro 'Skià. La dea dell'ombra rimossa' (Tessere, 500 pagine, 20
euro), di Daniele Pugliese, giornalista e scrittore.
Come in tutti i romanzi che si rispettino l'autore chiede al
lettore di fidarsi sulla parola, di non cercare inutilmente
pezze d'appoggio che testimonino la veridicità di quanto
raccontato, ambientato dalle parti del rissoso mondo
dell'Olimpo. L'ombra in quanto tale può essere accogliente e
rassicurante, ma anche misteriosa e, come accade nel romanzo,
l'Ombra può anche stancarsi di restare in quella anonima
semioscurità. Romanzo laico, anzi, antireligioso, come lo d
chiarisce all'inizio l'autore, Pugliese toglie agli dei ogni
sacralità e fa finire il romanzo con l'eliminazione da parte di
Skià di tutte le divinità e di tutte le religioni.
Apparsa all'ombra di una grande quercia, Skià nasce con il
compito di sedurre Zeus, ma con il divieto di congiungersi con
lui. Questo spetterà a Mnemosine, dea della memoria, che così
concepirà e partorirà le Muse. Per questo Skià si sente solo
un'esca ed è costretta ad agire sempre nell'ombra. Si sente una
dea rimossa. E medita la vendetta che consumerà eliminando
tutti, senza risparmiare nessuna divinità e nessuna religione, e
si estende a draghi e mostri, ai protagonisti dei libri, ai
personaggi delle leggende. Una carneficina che grazia solo gli
sconosciuti, raccontata con rimandi e citazioni che vanno dalla
letteratura al cinema, dall'arte alla musica: Shakespeare e
Mozart, Primo Levi e Lucio Dalla, Omero, Kafka, Marguerite
Yourcenar, Paolo Pietrangeli, De André, Marina Cvetaeva, Woody
Allen. (ANSA).
Skià, la dea dell'Ombra stanca dell'oscurità
Il romanzo di Daniele Pugliese tra Olimpo e fine delle religioni