Cultura

Apnea, quegli 8 vigili del fuoco eroi sulla Costa Concordia

Con Cari e Piccolillo l'impresa di salvataggio mai raccontata

Redazione Ansa

(di Marzia Apice) (ANSA) - ROMA, 16 GEN - LUCA CARI - VIRGINIA PICCOLILLO, APNEA. COSTA CONCORDIA, 8 VIGILI DEL FUOCO E L'IMPRESA MAI RACCONTATA (Mondadori, pp. 144, 18 euro). Di quel 13 gennaio 2012, quando per un "inchino" azzardato e arrogante la nave da crociera Costa Concordia è naufragata a 500 metri dal porto dell'isola del Giglio, si ricorda ancora tutto: nessuno ha ancora dimenticato l'immagine del gigante d'acciaio accasciato e sconfitto che ha fatto il giro del mondo, il dolore e le lacrime per le 32 vittime accanto al terrore fisso negli occhi dei sopravvissuti, l'impiego straordinario di mezzi di soccorso, la generosità degli abitanti dell'isola, le responsabilità dello schianto, l'allarme dato in ritardo e l'abbandono dei naufraghi.
    Ma di quella notte tragica esiste anche un'altra storia da raccontare, che in pochi conoscono: quella della squadra di 8 vigili del fuoco che con il loro comandante hanno portato in salvo centinaia di persone intrappolate, in una spasmodica lotta contro il tempo. E' a questi eroi rimasti sconosciuti all'opinione pubblica che Virginia Piccolillo, giornalista del Corriere della Sera, e Luca Cari, responsabile della comunicazione in emergenza del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, rendono omaggio nel libro "Apnea", edito da Mondadori a 10 anni dal naufragio. Camminando al buio sul pavimento scivoloso e inclinato di una nave con oltre 4000 persone a bordo che sembrava ormai pronta a inabissarsi (nessuno infatti poteva sapere che la Concordia si sarebbe incagliata su due speroni di roccia granitica), di fronte a uno scenario inatteso a cui hanno dovuto reagire con prontezza e spirito di iniziativa, Albi, Andre, Bartolo, Beppe, Bronco, Lallo, Massi e Trap - questi i soprannomi degli uomini che hanno compiuto l'impresa - non si sono mai fermati, dosando la paura di morire, sentendola addosso, ma senza lasciarsi sopraffare, con l'unico disperato obiettivo di aiutare quanti più passeggeri possibile rimasti prigionieri di quel mostro di lamiere. Un salvataggio che la squadra di pompieri non ha mai in questi anni considerato eroico, ma semplicemente parte del lavoro di un vigile del fuoco ben addestrato al pericolo e all'emergenza. Ed è proprio il senso di questa "normalità", accanto all'orgoglio di aver fatto il proprio dovere, che i protagonisti hanno custodito nel cuore e nella memoria, tenendo dentro di sé, in "apnea" appunto, ogni istante vissuto nelle viscere di quella città galleggiante trasformata da paradiso del divertimento in inferno. "Fortuna e capacità e coraggio e incoscienza insieme, condensati in un frangente della vita di otto uomini normali che realizzarono un'impresa grandiosa. Che si sono tenuti per sé. Poco clamore nelle cronache, pochi discorsi e racconti. Troppo difficile da condividere con chi non c'era", scrivono gli autori in pagine dense e di grande impatto. Impossibile non farsi coinvolgere emotivamente da un racconto vivissimo, così vero da riuscire a trasferire al lettore intatte e potenti tutte le emozioni e tutti i pensieri, il senso di abnegazione e l'adrenalina, nella ferma volontà di spendersi fino alla fine rischiando in prima persona per individuare e soccorrere tutti i sopravvissuti che non erano riusciti a mettersi in salvo dopo l'ordine di abbandonare la nave. "Oggi loro ripensano, con commozione, a quei sommersi salvati", scrive Piccolillo nella postfazione, "Ma di quella notte si portano ancora dietro l'amarezza, mai sopita, di non essere riusciti a soccorrere anche chi non ce l'ha fatta.
    Impossibile. Erano già tutti morti quando loro, avvertiti in ritardo, riuscirono, precipitosamente, ad arrivare sulla nave.
    Ma da quel momento in poi non si contò più alcuna vittima. Loro lo sanno. Ne vanno orgogliosi. Ma non se ne vantano. Sono convinti di aver fatto solo ciò che avrebbe fatto chiunque". Dal libro, le cui pagine raccontano in presa diretta ogni istante dell'avventuroso salvataggio, è tratto anche l'omonimo podcast in 6 puntate, prodotto da Lux Vide e nata da un'idea di Luca Bernabei. Scritta da Matteo Liuzzi e Niccolò Martin con la cura editoriale di Maria Francesca Gagliardi, la serie (che ha anche dei contenuti video, per la regia di Laszlo Barbo) è raccontata da Carlo Lucarelli e distribuita in esclusiva su Rai Play e Rai Play Sound a partire dal 13 gennaio. (ANSA).
   

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