(di Alessandra Baldini)
(ANSA) - NEW YORK, 19 SET - L'ultima opera di Italo Svevo,
l'ultima traduzione di Frederika Randall. Lo scrittore
triestino, vittima di un incidente stradale a 66 anni, lasciò
incompiuta la raccolta di capitoli poi raccolti nel volume "Il
Vegliardo" e che avrebbero potuto costituire la base per uno o
forse due nuovi romanzi.
Perche' ritradurre l'ultimo Svevo dopo la versione di Ben
Johnson e P.N. Furbank col titolo 'The Further Confessions of
Zeno'? "L'italiano, ora vecchio di un centinaio di anni, era del
suo tempo", spiega Frederika in una nota postuma allegata alla
traduzione: "Deve essere ancorato a un registro che non sia
ipercontemporaneo, ma che suoni piu' moderno della versione
inglese del 1969". Pubblicato nella collana 'New York Review of
Books Classics', 'Il Vegliardo' segue la monumentale versione
inglese di "Le Confessioni d'un Italiano" di Ippolito Nievo
(oltre mille pagine in 18 mesi) affrontata dalla Randall come
antidoto al Berlusconismo, ma anche scritti di avanguardia come
'Dissipatio H.G.' di Guido Morselli e, dello stesso autore 'The
Communist'. E poi la fiction di Giacomo Sartori
(l'autobiografico 'Anatomia di una Battaglia' e 'I am God'),
Helena Janeczek ('Lezioni di tenebra') e la non fiction di
Sergio Luzzatto, Luigi Meneghello, e Igiaba Scego, opere, come
diceva lei "al limite dell'intraducibile" e che "costituiscono
una sfida a quello che i non italiani sanno della vita in
Italia" o "a quanto consideriamo un memoir, un romanzo, un'opera
di storia".
Frederika aveva passato la maggior parte della sua vita adulta
in Italia. "Amava chiamarsi una 'dispatriata', con un termine
che intendeva suggerire una deliberata presa di distanza dal suo
Paese di origine e la sua lunga storia di debacle in politica
estera", le ha reso omaggio Geoffrey Brock, il direttore della
rivista letteraria 'The Arkansas International' che due anni fa
ha raccolto una serie di tributi tra cui quello di Jhumpa
Lahiri. La scrittrice di 'Interprete dei malanni' ma anche 'Dove
mi Trovo' che ha scelto l'italiano come nuova lingua in cui
esprimere la sua creativita' e ha poi cominciato a tradursi,
condivide una mail che Frederika le aveva indirizzata all'inizio
del Covid, due mesi prima di morire: "Tutto sommato, sarei
contenta se mi toccasse lasciare questa vita in Italia, il paese
adottivo, e non quello natale. Pensiero che può sembrare
lugubre, ma invece e' il solenne riconoscimento di quanto devo
all'Italia e italiano." (ANSA).
'This Old Man": esce negli Usa l'ultimo Svevo postumo
L'ultima traduzione di Frederika Randall finita prima di morire
