(ANSA) - ROMA, 24 OTT - NAOMI WOLF, IL MITO DELLA BELLEZZA
(TLON, PP 448, 21.00 EURO).
Le donne di tutto il mondo appaiono schiacciate da una nuova
mitologia che non esalta più la casa, la purezza e la maternità,
ma qualcosa di forse ancora più terribile e insidioso. È la
bellezza ad acquisire valore sociale, diventando quindi
ambizione costante e compito a cui ottemperare: dal lavoro alla
sessualità, dalla cultura all'alimentazione, dal rapporto con
gli uomini a quello con le altre donne. La questione decisiva
che Wolf pone in questo grande classico del pensiero femminista
è: "Le donne si sentono libere?".
"Se il mito della bellezza non si fonda sull'evoluzione, sul
sesso, sul genere, sull'estetica o su Dio, su che cosa è basato?
Pretende di avere a che fare con l'intimità, il sesso e la vita,
di essere una celebrazione delle donne. In realtà si fonda sul
distacco emotivo, sulla politica, sulla finanza e sulla
repressione sessuale. Il mito della bellezza non riguarda
affatto le donne, ma gli uomini e il potere" afferma la Wolf.
"Curare insieme questo libro è stata anche l'occasione per
chiarire in alcune note cos'è cambiato in questi anni e mettere
in luce dei fenomeni su cui Wolf aveva assunto delle posizioni
che oggi giudichiamo problematiche, oppure per le quali aveva a
disposizione dei dati parziali. Tuttavia Il mito della bellezza
ha
scatenato delle questioni che continuano a interrogare in modo
feroce le nostre società. In fondo, l'utopia di un mondo al di
là del mito della bellezza è un'urgenza radicale che continua
ancora oggi ad alimentare la nostra immaginazione politica, le
nostre lotte, anche interiori, le nostre esistenze",
sottolineano Maura Gancitano e Jennifer Guerra nella prefazione.
(ANSA).
'Il mito della bellezza', torna il saggio di Naomi Wolf
Il 26 ottobre per Edizioni Tlon a cura Gancitano e Guerra