(ANSA) - ROMA, 07 NOV - AA.VV.
Raccoglie gli ultimi discorsi pronunciati nelle aule dei
tribunali dai dissidenti del regime di Putin, pochi minuti prima
della condanna.
Le traduzioni dal russo sono di Ester Castelli, Luisa
Doplicher, Axel Fruxi, Andrea Gullotta, Sara Polidoro, Francesca
Stefanelli, Claudia Zonghetti.
L'associazione Memorial, che in Russia si batte per la denuncia
e il ricordo delle violazioni dei diritti umani, sarà premiata a
Stoccolma il 10 dicembre. Il Nobel per la Pace sarà ritirato da
Jan Račinskij, direttore del Centro per la difesa dei diritti
umani di Memorial.
In Russia, negli ultimi vent'anni, che corrispondono al governo
di Vladimir Putin (con la breve parentesi del mandato di Dmitrij
Medvedev), il numero di processi giudiziari è aumentato in
maniera preoccupante. Artisti, giornalisti, studenti, attivisti
(uomini e donne) hanno dovuto affrontare processi ingiusti o
fabbricati ad hoc per aver manifestato idee contrarie a quelle
del governo. Tali processi, quasi sempre, sfociano in multe
salate o, peggio ancora, in condanne e detenzioni nelle prigioni
e colonie penali sparse nel territorio della Federazione Russa.
Secondo il sistema giudiziario russo agli imputati è concesso un
"ultimo discorso" per sostenere la propria innocenza. In Russia
la tradizione letteraria insegna che ogni testo può diventare
qualcos'altro, attraversando le epoche e i generi. Allo stesso
modo, nel XXI secolo, molte tra le persone costrette a
pronunciare il proprio "ultimo discorso"lo hanno trasformato in
un atto sì processuale, ma ad alto tasso di letterarietà: per
qualcuno è diventato la denuncia finale dei crimini del governo
russo liberticida, per altri la possibilità di spostare la
discussione su un piano esistenziale e non soltanto politico.
Questo volume raccoglie le loro voci. (ANSA).
Libro Memorial Nobel Pace, in Italia prima edizione mondiale
30 novembre esce 'Proteggi le mie parole' per E/O
