Cultura

La Biblioteca nazionale del Brasile parla anche italiano

Lucchesi, il nuovo presidente voluto da Lula, ha radici toscane

Redazione Ansa

(di Lucas Rizzi) (ANSA) - SAN PAOLO, 18 GEN - "L'Italia è centrale nella cultura del libro, ed è sicuramente candidata a future collaborazioni". Dal 24 gennaio il poeta e romanziere italo-brasiliano Marco Lucchesi, 59 anni, su nomina della nuova ministra del governo Lula, la cantante Margareth Menezes, sarà alla testa della bicentenaria Biblioteca nazionale del Brasile, l'istituzione culturale più antica del colosso sudamericano.
    Nato a Rio de Janeiro, Lucchesi è figlio di toscani originari di Massarosa, in provincia di Lucca, e si trovava proprio nella cittadina da 20mila abitanti alle porte della Versilia, quando ha ricevuto l'invito della ministra, il 30 dicembre.
    "Sono rientrato a Brasilia il più velocemente possibile: quando si tratta di un grande amore non c'è spazio per i dubbi", racconta Lucchesi in un'intervista all'ANSA, ricordando di aver frequentato la biblioteca di Rio fin dall'epoca della sua adolescenza, quando era studente.
    Già presidente dell'Accademia brasiliana di Lettere, tra il 2018 e il 2021, Lucchesi fin dal suo insediamento ha in programma di avviare iniziative di internazionalizzazione.
    "Il sistema delle biblioteche nazionali italiano è molto importante e l'Italia è parte strutturale della cultura del libro" afferma Lucchesi, aggiungendo che il Paese è senza dubbio candidato a collaborazioni future. Ma nei suoi piani c'è anche l'intenzione di "approfondire i rapporti con altri Stati latinoamericani".
    Tra le numerose iniziative, Lucchesi prevede di investire nell'intelligenza artificiale per supportare il lavoro degli archivi, che includono una preziosa collezione fotografica in omaggio all'imperatrice napoletana Teresa Cristina, moglie dell'imperatore Dom Pedro II.
    La sua parola d'ordine è "democrazia" perché - spiega - anche "la Biblioteca nazionale è uno specchio del Paese".
    L'intellettuale non ha mai nascosto il suo dissenso al governo dell'ex presidente Jair Bolsonaro, e lo scorso anno ha persino rifiutato una medaglia dell'Ordine al merito del libro concessa dalla Biblioteca nazionale, perché la stessa onorificenza era stata riconosciuta al deputato bolsonarista Daniel Silveira, condannato per aver minacciato i giudici del Tribunale supremo federale.
    "Ero molto indignato per il fatto che persone che non si sono mai occupate di libri, ma che addirittura devono rispondere alla giustizia di azioni antidemocratiche siano state destinatarie di una medaglia. È come se oggi mi dessero una medaglia per la chimica", critica.
    Per Lucchesi Massarosa è una specie di "liquido amniotico", un luogo che rappresenta la sua lingua materna e paterna. "Sono il primo brasiliano e forse l'ultimo della famiglia". Durante la Seconda guerra mondiale "Massarosa è stata la prima città liberata dai 'pracinhas', i soldati brasiliani, e i miei genitori sono sempre stati molto grati per la liberazione dal giogo nazista", racconta.
    I genitori del letterato, Egidio Lucchesi e Elena Dati, si trasferirono in Brasile negli anni '50, quando il magnate dei media Assis Chateaubriand offrì un posto di lavoro a suo padre.
    La famiglia non fece più ritorno, ma lo scrittore mantiene un intenso rapporto con Massarosa, e ha molti amici in Italia.
    (ANSA).
   

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