(ANSA) - ROMA, 25 GEN - ANTONELLO CAPURSO, LA PIUMA DEL
GHETTO. Leone Èfrati, dalla gloria al campo di sterminio
(Gallucci, pp.
Capurso, che ha ricostruito la vicenda di Èfrati in anni di
ricerche documentarie e interviste (e a lui ha dedicato uno
spettacolo teatrale prodotto dalla Fondazione Museo della
Shoah), ne racconta la biografia, svelandone la passione
sportiva e la dedizione alla famiglia. Giovane promessa del
pugilato italiano, Èfrati nel 1938 arrivò a un passo dal titolo
mondiale negli Stati Uniti, ma fu dimenticato in Italia perché
cancellato dagli annuari sportivi fascisti e dai giornali in
quanto ebreo. Deportato ad Auschwitz, dopo essere tornato a Roma
per stare vicino alla famiglia negli anni delle leggi razziali,
fu costretto dagli aguzzini del lager a combattere con pugili
molto più pesanti di lui e fu ucciso per aver cercato di
difendere il fratello. Una storia tragica, chiusa però con un
lampo, seppur troppo tardivo, di giustizia: al processo del 1947
la testimonianza del figlio di Leone, di soli sette anni,
consentì infatti di condannare i cacciatori di ebrei che avevano
fatto arrestare il padre. (ANSA).
Antonello Capurso, La piuma del Ghetto
La storia di Leone Èfrati, ebreo, campione pugilato e partigiano