(ANSA) - PERUGIA, 29 GEN - Nel 1505 accaddero due fatti: il
rapimento di una giovane donna della Carinzia da parte di un
mercenario, e la conversione di Martin Lutero. Attorno a questi
due eventi, privato e immaginario il primo, storico e di grandi
conseguenze il secondo, si snoda il complicato incrocio che
Valeria Ventura, scrittrice perugina, ha raccontato nel suo
libro "Femmina di lume, vita e miracoli di una cortigiana onesta
e di un predicatore nell'Europa del 500".
La vicenda si svolge dal 1505 al 1525 tra Perugia, Ferrara, le
Alpi tirolesi e la Germania, in un groviglio di avventure e
disavventure, tra personaggi inventati ed altri realmente
vissuti (tra i quali il Papa Giulio II, Giampaolo Baglioni e la
corte estense, mentre appaiono in un piccolo cammeo Ludovico
Ariosto ed Erasmo da Rotterdam).
È una Italia, ed un secolo, che qui non si definisce come la
rilucente civiltà rinascimentale ma un periodo e un luogo duro e
spesso crudele, per chi era lontano dalle corti. Fatti d'arme,
ribellioni contadine, amori e giochi di potere restituiscono il
senso di una vicenda, quella della cortigiana Ruth, non vera ma
verosimile, mentre è assolutamente storico e documentato il
percorso del monaco, Lutero, che con la sua Riforma sta
spaccando la Cristianita'.
In ogni capitolo i due vivono separatamente le loro
esperienze; si incontreranno solo alla fine del libro.
Libro che è in parte una specie di prequel del primo romanzo
storico dell'autrice, "Le innocenti", con il quale ha vinto tre
premi letterari. Una carriera, quella della scrittura, in
particolare nel filone del romanzo storico, alla quale la
Ventura si è dedicata appena concluso il percorso professionale
di docente di italiano all'Universita' per stranieri di Perugia.
(ANSA).
"Femmina di lume" nell'ultimo libro di Valeria Ventura
"Vita e miracoli di cortigiana onesta e di un predicatore"
