(ANSA) - ROMA, 11 APR - "FANTASMI DALLA RUSSIA - IL MISTERO
DEI DISPERSI ITALIANI" (EDIZIONI CHILLEMI PP 214 E. 14.
Proprio la Croce Rossa - che per più di trent'anni, dal 1960 al
1993, si occupò delle ricerche dei soldati italiani in
coordinamento con la controparte sovietica - si è infatti resa
protagonista dei maggiori sforzi per provare a dare qualche
fondamento alle speranze delle famiglie dei dispersi, che ancora
credevano nella possibilità che i loro cari fossero ancora vivi
nell'ormai ex Unione Sovietica.
Fra rimpatri iniziali, "trattenuti" per motivi politici, rientri
alla frontiera dopo anni dalla fine del conflitto di ex militari
che avevano percorso l'Europa a piedi pur di tornare a casa, il
libro si fa spazio fra le resistenze del Cremlino e quell'
"ondivaghismo sovietico" che per anni hanno reso oltremodo
difficile il compito di chi cercava testimonianze dei
sopravvissuti per evitare che diventassero, appunto, fantasmi.
L'ipotesi che qualche disperso potesse essere rimasto in Russia,
alla luce della documentazione esclusiva, diviene dunque
dolorosamente reale, connotando la terribile questione della
prigionia di un senso di tragico abbandono e di cancellazione
della memoria. (ANSA).
Fantasmi dalla Russia, indagine su 90.000 dispersi italiani
Un giallo storico ricostruisce la sorte di chi non è mai tornato