(dell'inviata Mauretta Capuano)
(ANSA) - TORINO, 19 MAG - Si stabilizza la crescita del
mercato dei libri avviata nel post-pandemia, grazie alla
vitalità dell'offerta editoriale, con un incremento sui primi
quattro mesi del 2019 del 17% (vendite di narrativa e
saggistica, esclusa la scolastica). Le librerie fisiche
consolidano la loro posizione come primo canale di vendita dei
libri con una quota del 53,8%) ed è boom per il romance.
Lo dice l'analisi dell'ufficio studi Aie, su dati Nielsen
BookScan e altre fonti, presentata oggi al Salone Internazionale
del Libro di Torino in un incontro che ha visto confrontarsi
Alessandra Carra (Gruppo Feltrinelli), Marzia Corraini (Corraini
Edizioni), Diego Guida (Vicepresidente di Aie e presidente del
Gruppo dei Piccoli editori), Stefano Mauri (Gruppo editoriale
Mauri Spagnol), Martino Montanarini (Gruppo Giunti), Maria
Teresa Panini (Franco Cosimo Panini Editore) e Enrico Selva
Coddé (Gruppo Mondadori).
Al centro del dibattito il punto dolente del nostro Paese, la
scarsità di lettori e come conquistarne di nuovi. "Dovremmo
ragionare in termini di fenomeni, non di generi. Le nuove
generazioni sono più imprevedibili nelle logiche d'acquisto. I
lettori nuovi si muovono sui social con linguaggi diversi. Da
una parte l'editore deve avere una pluralità di voci e
dall'altra il suo lavoro deve essere più sartoriale. Dobbiamo
semplicemente riproporre aggiornata la visione del ruolo di
mediatore culturale" ha spiegato Selva Coddè.
Nella top ten dei libri più venduti nei primi quattro mesi
del 2023 compare Spare - Il minore (Mondadori ) del Principe
Harry, seguito da La vita intima (Einaudi) di Niccolò Ammaniti e
da Dammi mille baci (Always Publishing) di Tillie Cole. Si
disegna un panorama in cui convivono libri-evento come le
biografie reali, saggistica di cultura, romance, titoli trainati
da trasposizioni cinematografiche e premi letterari, fenomeni
social, TikTok in particolare. I romanzi d'amore negli ultimi
due anni si sono spesso posizionati in vetta alle classifiche di
vendita e nei primi quattro mesi dell'anno hanno visto una spesa
dei lettori per acquistarli pari a 15,7 milioni di euro, più che
raddoppiata rispetto al 2019 (più 101,3%). Tra questi, iniziano
ad affermarsi i titoli di autrici italiane che sono passati da
un valore di vendita di 1,1 milioni del 2019 a 6 milioni del
2023 (più 451%).
"Siamo di fronte a una mutazione genetica delle classifiche
spinta dai giovani e dal passaparola sul web. Il romance
spopola. La narrativa femminile è stata considerata di serie B
per gran parte del Novecento perché si occupava di sentimenti.
Adesso stiamo andando verso la narrativa emotiva. Il romance non
è un filone da perdere di vista, ci sono tante autrici di questo
tipo. I gusti delle nuove generazione, secondo le ricerche,
adesso cambiano ogni tre anni, una volta cambiavano ogni sette"
ha spiegato Mauri.
Il nemico, per Montanarini, resta "la scarsa propensione a
leggere. Il dato interessante è che negli ultimi anni c'è stato
un aumento delle vendite del catalogo rispetto alle novità. La
filiera piuttosto dovrebbe interrogarsi sul numero di novità che
pubblichiamo, 70mila nuovi titoli l'anno si potrebbero ridurre a
50mila, tutti ne beneficerebbero". "TikTok spinge il catalogo,
l'offerta" ha fatto notare Carra e "l'online porta nuovi lettori
che leggono su carta. Ci sono fenomeni sotto traccia che
dobbiamo raccogliere".
Secondo i dati dell'Osservatorio Aie sulla lettura a cura di
Pepe Research, la ripresa delle librerie è da attribuirsi a una
precisa scelta dei lettori che nel 46% dei casi dichiarano di
aver utilizzato di più la libreria negli ultimi 12 mesi. Tra le
motivazioni, nel 55% dei casi viene indicato l'aver trovato in
libreria promozioni interessanti. In maggioranza, gli italiani
leggono narrativa come romanzi, fumetti, libri per bambini
(50,7%). Nel 15,3% dei casi, sono stati comprati titoli usciti
nei primi 4 mesi dell'anno, il resto è composto da catalogo
(84,7%). (ANSA).
Spopola romance, tra i giovani si fa strada la narrativa emotiva
Dati Aie al Salone, Selva Coddè fenomeni più che generi