(ANSA) - ROMA, 08 LUG - MARTA RIZZO, 'NON C'È CHE DIRE' (LA
LEPRE, PP. 300, EURO 22)
L'arte per sua stessa definizione è libertà e provocazione.
Tuttavia la storia è piena di opere censurate; a subire tale
sorte sono stati capolavori come il Decamerone di Giovanni
Boccaccio, Il principe di Niccolò Machiavelli, La fattoria degli
animali di George Orwell, L'amante di Lady Chatterley di D.H.
Lawrence fino alla saga di Harry Potter; messi al bando nei
secoli passati anche dipinti come L'origine du monde di Courbet
o la Maja Desnuda di Goya. Ancora oggi la censura non ha smesso
di essere presente, recentemente nel mirino sono finiti i
racconti del britannico Roald Dahl, riscritti in chiave
politicamente corretta.
Non c'è che dire - in libreria con La Lepre Edizioni - è un
saggio collettivo a cura di Marta Rizzo, firma di Repubblica.it
e Articolo21. L'autrice nel volume affronta il tema della
libertà d'espressione in una società globale dominata da web e
cancel culture. Il libro contiene interventi e interviste a
personalità del mondo della cultura, del cinema e della
letteratura: Edoardo Albinati, Pupi Avati, Liliana Cavani, Dacia
Maraini, Emanuele Trevi, Giuliano Montaldo, Lidia Ravera,
Antonio Rezza, Walter Siti, Daniele Vicari e molti altri.
L'introduzione del libro è affidata allo scrittore di noir,
drammaturgo e giornalista Massimo Carlotto.
Marta Rizzo ha una lunga esperienza nel mondo del cinema e in
passato ha collaborato con Marco Ferreri e Laura Betti per il
Fondo Pier Paolo Pasolini. (ANSA).
Marta Rizzo, nel nuovo libro libertà e cancel culture
Volume con interviste a registi e scrittori, da Avati a Maraini