Cultura

Simone Weil, la filosofa che lavorò come operaia

Il mondo ricorda la pensatrice francese nell'80/o della morte

Redazione Ansa

(di Micol Graziano) (ANSA) - ROMA, 23 AGO - Simone Weil, intellettuale, scrittrice, filosofa. Rivoluzionaria, anarchica e mistica. Nasce a Parigi nel 1909 e muore a soli 34 anni, il 24 agosto 1943; la cagionevole salute compromessa dal duro lavoro in fabbrica, e dalle privazioni che si imponeva. Fece anche la contadina, abitò in campagna in alloggi umilissimi, dormiva per terra e mangiava quel che riusciva a raccogliere, legumi e poco altro; giornate all'insegna dell'ora et labora, in particolare dalla recita del Padre Nostro.
    Si racconta che tra lei e Simone de Beauvoir non corresse proprio buon sangue, pare si siano parlate solo una volta e Weil, dopo uno scambio di vedute, tagliò corto: "Si vede bene che Lei non ha mai avuto fame", disse.
    Per Weil il lavoro era tutto. "Solo il lavoro è pacificatore", affermava. Era convinta che attraverso il lavoro si può costruire una comunità umana ricca di fratellanza e amicizia. Weil considerava il lavoro sacro perché attraverso di esso credeva si imitasse la creazione divina.
    Fin da bambina, si interessò alla politica, difendendo gli ultimi. Vicina al sindacalismo rivoluzionario, lasciò l'insegnamento e preferì il lavoro manuale, impiegata come fresatrice a Billancourt nelle officine Renault. Nel 1936 allo scoppio della guerra civile spagnola, si schierò al fianco del governo repubblicano del Fronte popolare, eletto democraticamente, contro le forze dei generali spagnoli capeggiati da Francisco Franco.
    Sono trascorsi 80 anni dalla sua morte, e oggi il mondo culturale e accademico la omaggia con una serie di pubblicazioni. A settembre esce con Laterza il volume di Tommaso Greco dal titolo Curare il mondo con Simone Weil (pp.142, Euro 16,00), il volume ripercorre l'idea di giustizia di Weil.
    "Essere giusti vuol dire spogliarsi di ogni potere, rinunciare alla possibilità di esercitare la forza che possediamo.
    Soprattutto chi si trova nella sventura possa ricevere quell'attenzione che gli conferisce dignità ed esistenza: questa era la ricetta di Simone Weil per curare il mondo, ed è una lezione da cui, a ottant'anni dalla sua morte, abbiamo ancora tanto da imparare", scrive Greco, ricordando la filosofa.
    Per i tipi di Marietti1820 esce Oppressa da una dura necessità di Ginevra Scarcia (pp. 208, Euro 18). L'autrice rilegge le pagine della grande pensatrice francese alla luce del concetto di lavoro che "emerge come unico rimedio possibile alla malattia della modernità cui Weil dà il nome di sradicamento: malattia inestirpabile che tormenta, oggi come allora, il nostro Occidente", commenta Scarcia. Un lavoro, auspicava Weil, slegato dalle "logiche del potere, nelle sue varie forme" e inteso come "possibilità di espressione del proprio futuro e di quello del mondo". Nel 2024 Adelphi, che ha in catalogo le opere di Weil, pubblicherà una nuova edizione dei Quaderni. (ANSA).
   

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