(dell'inviata Mauretta Capuano)
(ANSA) - MANTOVA, 07 SET - Mircea Cartarescu, il grande
scrittore romeno più volte candidato al Premio Nobel, vera star
del giorno d'apertura del Festivaletteratura di Mantova, non
vede facili vie di salvezza nel nostro presente. "Siamo su una
soglia della storia.
Non si stupisce Cartarescu della grande attenzione per gli
scrittori dell'Est che sono tanti anche al Festival, a partire
dalla Premio Nobel Olga Tokarczuk fino alla bosniaca Elvira
Mujčić in dialogo con lui nella serata inaugurale su Scrivere
è una questione di fede.
"I nomi degli scrittori dell'Est che hanno innovato in ambito
letterario sono più che numerosi:
Olga Tokarczuk, l'ungherese László Krasznahorkai, il bulgaro
Georgi Gospodinov, l'ucraino Andrei Kurkov e voglio citare anche
l'ungherese Peter Nadas. Tutti autori e autrici di rilievo con
i quali ho rapporti di ottima amicizia. Sia come gruppo che come
autori oggi attraggono perché nessuno di loro ha imparato a
scrivere letteratura in un corso di scrittura creativa e
ciascuno ha potuto sviluppare la propria creatività letteraria"
sottolinea.
Poeta prima che narratore, Cartarescu del Nobel per la
Letteratura al quale è stato dato più volte per favorito dice:
"non faccio altro che pensare alla mia scrittura e ai miei
lettori. Tutto questo mi è più che sufficiente. Le altre cose,
onori e premi sono benvenuti ma non è la cosa a cui mi dedico".
Ancora oggi dice l'autore di Nostalgia e della trilogia
Abbacinante, "mi considero essenzialmente un poeta perché la
poesia non è solo un'arte della parola ma un modo di vedere le
cose. Ho cercato di vedere la bellezza dappertutto anche dove
altri non riuscivano a vederla".
Come in tutti i suoi libri in Melancolia - dove un bambino di 5
anni è convinto che la mamma, uscita per fare la spesa, non
tornerà e un altro bambino è disposto a tutto per salvare la
sorellina Isabel ammalata - c'è una grande attenzione a piccoli
e adolescenti. "Non occorre che sia io a dire che i bambini
hanno una bellezza speciale, una pura grazia anche nei momenti
di crudeltà che la rendono più concreta e interessante. Negli
adolescenti è affascinante l'ambiguità, il loro collocarsi al
centro di femminilità e mascolinità" spiega. Melancolia è "un
libro che amo moltissimo, è quello che ho scritto meglio di
tutti gli altri" aggiunge. Mentre il più ambizioso, quello che
Cartarescu considera il suo 'Cent'anni di solitudine', è
Theodoros che in Italia dovrebbe uscire a maggio per Il
Saggiatore. "E' la narrazione fantastica di un servo del sud
della Romania che ha il sogno di diventare imperatore e riesce a
realizzarlo in Etiopia. E' un romanzo dal passo storico che si
svolge nel XIX secolo con personaggi reali come la Regina
Vittoria e altri inventati, ma la storia arriva al 2041"
racconta. (ANSA).
Cartarescu, viviamo in una sensazione di fine
Star a Mantova: 'Tanti gli autori dell'Est che hanno innovato'