(ANSA) - ROMA, 25 MAR - MASSIMO RECALCATI, ELOGIO
DELL'INCONSCIO (CASTELVECCHI, PP. 144, EURO 17,50)
L'inconscio secondo alcuni è soltanto un luogo
dell'irrazionale, del sottosuolo, di ciò che è oscuro e
nascosto, contrapposto alla ragione.
L'inconscio comunica anche attraverso i malanni. Recalcati
ricorda che una sua paziente iniziò ad avere male alle ginocchia
quando venne lasciata dal fidanzato. L'amato si chiamava Gino;
in questo caso il nome proprio del boyfriend coincide con l'arto
dolorante, analizza Recalcati che aggiunge: il dolore si fa
sentire "quando l'occhio di Gino se ne va. Il Gin-occhio".
L'inconscio parla anche attraverso le 'parole-proiettile' che
sono quelle che ci vengono scagliate contro dagli altri
provocando ferite profonde. Sono gli appellativi che ci vengono
dati, per esempio, dai genitori o da chi incontriamo nel nostro
cammino di vita. Recalcati fa l'esempio di due geni della
letteratura, Flaubert e Genet, entrambi con un'infanzia
tormentata. Riuscirono però a trasformare la sofferenza e i
tagli dell'anima in qualcosa di bello: la poesia, il teatro, la
letteratura.
L'inconscio, ed è appunto questa la sintesi del libro di
Recalcati, fa rumore incessantemente, come potrebbe fare un
disturbatore in un'aula, però portarlo via di forza è
assolutamente sbagliato: bisogna, invece, lasciarlo esprimere.
(ANSA).
Massimo Recalcati, 'l'inconscio è nostro amico'
A Libri Come lo psicoterapeuta e la parte più profonda di noi