JK Rowling, popolare nel mondo come autrice della saga di Harry Potter e paladina della difesa di una linea distintiva biologica fra donne e uomini, ha rivelato il suo rammarico per non aver espresso "molto prima" le sue opinioni critiche sui diritti dei transgender, nell'estratto di un nuovo libro pubblicato dal quotidiano britannico Times.
La scrittrice 58enne - inglese di nascita, scozzese d'adozione - è stata spesso al centro di forti polemiche, inclusa quella più recente sulla stretta legislativa locale approvata dal governo indipendentista di Edimburgo in materia di "istigazione all'odio" verso i trans da lei fortemente osteggiata in quanto limitazione alla libertà di espressione, e ha voluto mettere nero su bianco le sue posizioni all'interno di "The Women Who Shouldn't Wheesht", un saggio in uscita nel Regno Unito che riunisce il contributo suo e di altre autrici pronte ad alzare la voce in difesa dei diritti delle donne in Scozia.
"Alla fine, ho parlato perché mi sarei vergognata per il resto dei miei giorni se non l'avessi fatto. Se provo un minimo rimorso è quello di non aver parlato molto prima", ha scritto Rowling, secondo cui erano stati i suoi cari inizialmente a chiederle di non esporsi pubblicamente. Ha sottolineato anche come sia stata dura sostenere le sue idee a fronte delle "mostruosità" subite online, come lo "tsunami di minacce di morte e di stupro" arrivate sui suoi profili social. Ma alla fine la scrittrice resta del tutto convinta della sua crociata, nelle sue intenzioni in difesa delle donne, perché ha portato "molti più aspetti positivi che negativi".