(ANSA) - ROMA, 02 LUG - AA.VV, IL POSTFOTOGRAFICO, DAL SELFIE
ALLA FOTOGRAMMETRIA DIGITALE (EINAUDI, PP. 296, EURO 25)
Immagini a volontà, basta un cellulare per fissare realtà e
manipolarle, grazie a tecnologie sofisticate: ritocchi,
abbellimenti, deformazioni facili da realizzare; i neofiti
possono lanciarsi in infinite sperimentazioni, i filtri di
realtà aumentata permettono di invecchiare il viso, di assumere
le sembianze di cartoon, tigri, gatti, lupi o altri animali, di
indossare oggetti virtuali e così via. Con il digitale la
produzione di foto è cresciuta, si contano flussi inarrestabili,
bilioni gli scatti prodotti ogni giorno e che poi circolano in
rete, 'quintilioni di byte' come viene riportato in uno dei
quindici articoli presenti nel Postfotografico, volume uscito
per Einaudi e curato da Barbara Grespi e Federica Villa.
Il terzo millennio ha mandato in cantina gli antichi
autoscatto e autoritratto e ha fatto nascere il selfie, termine
diventato parola dell'anno nel 2013. Tratto distintivo del
selfie è l'estemporaneità e "porta in sé la costante necessità
di volersi vedere riflessi, di specchiarsi attraverso la
mediazione di un dispositivo a portata di mano così da poter
governare l'immagine sfuggente di noi stessi in ogni momento e
in ogni dove". Il selfie corre alla velocità del vento così come
la vita raccontata nelle storie di Instagram. (ANSA).
In un saggio le nuove frontiere della fotografia
Raccolta di studi sulle immagini nell'era dell'IA