Cultura

Paul Lynch, internet ha portato a frammentazione del reale

Lo scrittore Booker Prize 2023 a Roma con Il canto del profeta

Redazione Ansa

(di Mauretta Capuano) (ANSA) - ROMA, 16 LUG - Stiamo già vivendo quello che Paul Lynch, lo scrittore irlandese vincitore del Booker Prize 2023, il più importante premio letterario in lingua inglese, racconta nel romanzo 'Il canto del profeta' (66thand2nd) dove assistiamo ad un mondo in disfacimento, in cui i diritti considerati acquisiti sono in pericolo. Una storia ambientata in un'Irlanda in cui si può essere arrestati o sparire nel nulla senza un motivo.
    "Non è un romanzo distopico perché gli elementi che costituiscono la narrazione del libro sono disseminati nella nostra realtà. Il canto del profeta per alcune parti del mondo è un monito, un avvertimento di quello che potrebbe succedere, ma in altri paesi è un modo di raccontare una realtà già presente" dice all'ANSA Lynch, in questi giorni a Roma dove il 16 luglio sarà sul palco del Palatino per il grande finale del Festival Letterature con l'inedito Quando abbiamo paura del silenzio, abbandoniamo il nostro io'.
    "C'è una legge universale per cui quando si ha paura si torna all'idea di tribù. Allora la domanda che bisogna veramente porsi è: ma di che cosa hanno paura le persone? La vita che noi viviamo è estremamente difficile. Nel XX secolo si è cercato di imporre alle persone l'idea di individualismo, ma oggi il costo di questo principio è diventato troppo alto perché ciascun individuo si muove in un sistema che gli da sempre meno" spiega lo scrittore. "Internet ha prodotto l'effetto di una atomizzazione della coscienza, intesa anche come consapevolezza, creando una parcellizzazione, una frammentazione della narrativa del reale che ciascuno di noi vive. Questo ha cancellato la conservazione della realtà e dunque l'ideale che l'uomo può coltivare di come si possa vivere insieme in una comunità" sottolinea Lunch, che è nato a Limerick nel 1977 ed è pubblicato in Italia dalle edizioni 66thand2nd.
    Nell'inedito che ha scritto per Letterature Lynch invita a riflettere sulla perdita della fede: "Tante persone non hanno più fede però, gli individui sono animali simbolici e hanno bisogno di simboli, di simbolismo. Allora con che cosa viene sostituita la fede? Con il divertimento, la distrazione e questo crea una realtà di superficie che ci conduce lontani da tutto ciò che è sacro. Ci allontana dal nostro io profondo, dall'autenticità e infine ci allontana dal capire qual è il nostro posto nell'universo. Se prima i filosofi potevano parlare di alienazione dalla religione oggi noi siamo alienati da noi stessi".
    Che cosa ne è della religione? "A questo punto la religione è la proiezione che gli individui fanno verso i leader di estrema destra, specificamente fascisti. Per esempio Trump ha assunto uno stato semidivino, è una sorta di semidio cui viene attribuito un fortissimo valore simbolico. L'attentato del 14 luglio 2024 è la fotografia di questo. C'è una inquadratura dal basso di Trump circondato dagli agenti dei servizi segreti, si vede il sangue, vicino a lui c'è la bandiera americana, Trump ha il pugno alzato e dice Fight! Fight! Combattiamo! Combattiamo!.
    Un' immagine che praticamente ha consegnato nelle sue mani la vittoria alle prossime elezioni presidenziali".
    Ne Il canto del profeta Larry, un pezzo grosso del sindacato, scompare nel nulla, sua moglie Eilish, biologa, e i suoi figli devono fare i conti con le leggi d'emergenza, ma lei fino all'ultimo non vuole credere che tutto stia precipitando, pensa che alla fine il buon senso prevarrà. Il romanzo esplora diverse dimensioni e una di queste riguarda la nostra incapacità di comprendere la sofferenza. "E' stato Nietzsche a dire che la pietà richiede grande immaginazione. Il romanzo esplora questo danno: noi guardiamo le immagini e vediamo lo spettacolo, ma non riusciamo ad andare al di là. Le nostre difese sono alte, c'è una barriera che abbiamo costruito perché per troppi anni siamo stati bombardati da immagini terribili" sottolinea lo scrittore.
    Ma la narrativa, le storie, un romanzo possono salvarci.
    "Attraverso la parola si riesce a creare empatia, non simpatia.
    Il libro vuol rendere l'empatia di nuovo possibile". E qual è il ruolo dell'empatia? "Quello di consentirci di penetrare la complessità" dice. (ANSA).
   

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