Cultura

Calure record e nevicate da Guinness, Atlante di eventi estremi

Foto e curiosità sui peggiori fenomeni climatici mondiali

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 27 LUG - LORENZO PINI, ATLANTE DEGLI EVENTI ATMOSFERICI ESTREMI (Edizioni Jonglez, pp. 155, 25 euro) Se le bizze meteorologiche prodotte dal cambiamento climatico non dovessero bastare a convincervi del rischio che l'umanità sta correndo, può essere d'aiuto l'Atlante curato dal geografo e autore di libri di viaggio Lorenzo Pini. Si intitola Atlante degli eventi atmosferici estremi e, oltre ad una puntuale quanto spettacolare raccolta fotografica, pubblica una sorta di Guinness dei primati dei più estremi fenomeni climatici che si susseguono da un capo all'altro del pianeta. Sfogliando il libro scopriamo che è in Italia il territorio che detiene il record mondiale "ufficioso" di nevicate giornaliere, tanto da competere, per livelli di accumuli, con località alpine o addirittura con l'Alaska: il paesino (quasi) sempre imbiancato si chiama Roccacaramanico ed è in Abruzzo e abitato da sole 3 persone. E se la calura estiva diventa sempre più opprimente ci si può consolare sapendo che la temperatura più alta del mondo è stata registrata altrove, nella Valle della Morte, la Death Valley: lì il termometro è arrivato a 56,7 gradi centigradi. Ma tra i Guinness si regista anche quello di un lago del Venezuela che almeno per 250 notti all'anno viene colpito dai fulmini, quello della "fabbrica della nebbia" che, nella Penisola di Avalon in Canada, avvolge il villaggio di Argentia per 206 giorni l'anno. A dispetto del suo nome, Paradise Inn, è un iconico lodge americano in legno e pietra che, situato a soli 1.600 metri d'altezza, detiene invece il record mondiale di accumulo nevoso: nell'anno che va da febbraio del 1971 allo stesso mese del 1972 sono caduti sul paradisiaco albergo 31,5 metri di neve. L'Atlante registra anche i record di valanghe di sabbia in Sudan o, ancora, la città costiera cilena dove non piove mai e quella in cui piove 325 giorni all'anno e rammenta il fenomeno della Bise svizzera, quel vento che congela letteralmente il lago di Ginevra. Per tornare infine in Italia, il rifugio Capanna di Punta Penia, sulla Marmolada, si qualifica come il bersaglio prediletto dai fulmini: anche se senza alcun pericolo per gli ospiti che si rifugiano lì durante un fortunale, la successione di scoppi assordanti è così spaventosa da restare impressa nella loro memoria. (ANSA).
   

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