Cultura

'Dei delitti e delle pene' diventa una mostra all'Ambrosiana

Dal manoscritto al tomo in russo del testo che compie 260 anni

Redazione Ansa

(ANSA) - MILANO, 19 SET - Quando fu pubblicato nel 1764 il trattato Dei delitti e delle pene prudentemente uscì in forma anonima. D'altronde Cesare Beccaria, il giurista milanese che faceva parte dell'Accademia dei Pugni con i fratelli Verri, era consapevole della sua portata in qualche modo rivoluzionaria, con la critica alla tortura e pena di morte, la convinzione che la pena vada commisurata al delitto e debba essere ragionevole.
    Forse però non si rendeva conto dell'eco che avrebbe avuto in tutta Europa cambiando di fatto il sistema penale nel mondo occidentale. Un'idea di questa fortuna è visibile nella nostra che, 260 anni dalla prima pubblicazione la Biblioteca Ambrosiana di Milano dedica al trattato, di cui possiede il manoscritto originale.
    E proprio il manoscritto originale (con la prima versione del titolo, poi cambiato, Delle pene e delitti) apre l'esposizione 'Il trattato 'Dei delitti e delle pene' di Cesare Beccaria. Da Milano, all'Europa, al mondo" allestita fino al 17 dicembre nelle sale della Pinacoteca Ambrosiana accanto a capolavori dell'arte come La Madonna del padiglione di Sandro Botticelli, La cesta di frutta di Caravaggio, l'appena restaurato gigantesco disegno della Scuola di Atene di Raffaello, il Ritratto del musico di Leonardo. In mostra figurano le prime edizioni a stampa (editio princeps e edizione italiana definitiva del 1766, la quinta e ultima con le correzioni e le aggiunte dell'autore), la prima edizione francese da cui derivarono poi altre edizioni straniere, come quella inglese e russa, anch'esse in mostra insieme a quelle araba e giapponese.
    Esposte sono anche le lettere che il traduttore francese André Morellet scrisse a Beccaria (la biblioteca ha ricevuto a inizio Novecento dalla famiglia tutto il fondo di Cesare Beccaria, inclusa la sua collezione di libri), l'edizione francese con il Commentaire di Voltaire.
    Di particolare interesse l'editto con cui Caterina forniva le 'linee guida' alla commissione che aveva istituito per la stesura di un nuovo codice delle leggi. Volume che proviene dalla biblioteca del Beccaria e contiene un foglio con annotazioni a penna che indicano le corrispondenze fra il testo della zarina e l'edizione di Dei delitti e delle pene stampata a Harlem nel 1766, prima della pubblicazione russa. "Questa mostra - ha spiegato monsignor Francesco Braschi, viceprefetto dell'Ambrosiana e curatore dell'esposizione con monsignor Marco Navoni - è un tentativo di mostrare la ricchezza" di documenti e volumi dell'Ambrosiana che aspetta "a braccia aperte" studiosi e dottorandi. Una prima mostra a cui ne seguiranno altre. Il materiale non manca, fra i tesori dell'Ambrosiana figurano autografi di Tommaso d'Aquino, una bolla del 1300 per indizione del primo Giubileo in assoluto (che sarà protagonista della prossima mostra), il codice Atlantico di Leonardo, l'Iliade appartenuta a Francesco Petrarca, due canti manoscritti da Ariosto dell'Orlando Furioso e ancora autografi di Michelangelo, Galileo Galilei, Napoleone e appunto Cesare Beccaria, a cui il 31 ottobre sarà dedicato un convegno mentre il 28 e 29 settembre, per le giornate europee del patrimonio, ci sarà apertura straordinaria dalle 18 alle 20 al costo di un euro.
    (ANSA).
   

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