(ANSA) - ROMA, 13 OTT - AA.VV.
Sta arrivando la tempesta perfetta, non solo in atmosfera, anche
dentro le teste di questo mammifero di grossa taglia sedicente
sapiens, nato in Africa 300 millenni fa ed esperto nel cambiare
il mondo che lo circonda, salvo poi accorgersi, magari troppo
tardi, di doversi autolesionisticamente adattare agli
stravolgimenti che ha introdotto", si legge nell'introduzione de
"Il clima che vogliamo", raccolta di saggi che hanno avuto
origine dagli approfondimenti giornalistici nati nella redazione
de Il Bo Live, web magazine dell'Università di Padova.
Sono testi scritti "per la gran parte da giovani 'nativi
climatici', che sentono l'indignazione e l'urgenza di un
racconto con parole nuove. Ci invitano ad allargare e a far
esplodere il 'noi' tribale, fino a includere l'intera specie
umana e la biosfera", spiega nel libro Telmo Pievani, docente di
Filosofia delle scienze biologiche che conclude: "Capiamo da
questi saggi che la crisi climatica è in ultima istanza una
questione di altruismo e di rispetto verso chi verrà dopo di
noi. La specie umana non è indispensabile. La Terra fotografata
da Nettuno occupa 0,12 pixel. Su questo puntino sperduto nel
nulla continuiamo a dilaniarci come miopi predatori di
un'aiuola".
Come si è arrivati alla crisi climatica? "I problemi sono
noti ormai da troppo tempo: la crescente concentrazione di Co2 e
altri gas climalteranti prodotti soprattutto dalla dipendenza
dai combustibili fossili e l'impronta sempre più profonda
dell'essere umano su habitat ed ecosistemi", è spiegato in un
capitolo. "La transizione ecologica modificherà il mondo" e "i
cambiamenti dovranno essere apportati dalle grandi
multinazionali fino al singolo cittadino. Queste scelte
ricadranno su tutti noi, e lo faranno modificando le nostre
abitudini, i nostri mezzi di spostamento e probabilmente anche
la nostra dieta", scrive Antonio Massariolo, uno degli autori
del volume.
Nel libro si parla anche dei Girasoli di Van Gogh: il 14
ottobre 2022 due attiviste di Just Stop Oil lanciarono contro il
dipinto zuppa di pomodoro. "Il quadro di Van Gogh imbrattato vi
avrà, come minimo, fatto correre un brivido lungo la schiena",
scrive Francesco Suman che aggiunge: "Probabilmente, invece, vi
sarete già dimenticati il nome della scimmia del Madagascar che
è a rischio estinzione" e prosegue: "Ci indigniamo per una
minaccia al nostro patrimonio artistico, ma non facciamo
altrettanto per difendere il nostro patrimonio ambientale e di
biodiversità. Restiamo passivi dinanzi all'estinzione di una
specie, come del resto ci lasciano generalmente indifferenti la
fame e la povertà di altri esseri umani la cui matrice, oggi, è
la stessa: la crisi di un sistema energetico che è concausa
della crisi ambientale". (ANSA).
'Il clima che vogliamo', un libro spiega come salvare il pianeta
Raccolta di saggi scritti da giovani 'nativi climatici'