Cultura

Mario Apice e l'orgoglio del coraggio

Un romanzo immerso nella storia che inesorabilmente si ripete

Redazione Ansa

(di Elisabetta Stefanelli) (ANSA) - ROMA, 31 OTT - MARIO APICE, 'L'ORGOGLIO E IL CORAGGIO. UNA BREVE ILLUSIONE DI LIBERTÀ'' (Europa Edizioni, pag. 278, euro 16,50).
    ''Realizzato sotto la spinta emotiva della tentata invasione dell'Ucraina da parte della Russia il 24 febbraio 2022, ''L'orgoglio e il coraggio'' mette insieme una vicenda immaginaria, ma del tutto verosimile, ambientata durante le tragiche giornate della rivoluzione ungherese del 1956'', scrive Mario Apice spiegando meglio di come qualunque altro potrebbe fare gli elementi centrali del suo bel libro. C'è l'emozione certo, ma anche la cronaca e la cronaca che si fa storia e poi il romanzo e la narrazione, pure se la spinta etica e a suo modo politica sembra centrale già dalla frase di Pietro Nenni posta in epigrafe: ''Si può schiacciare una rivolta, ma se questa, come è avvenuto in Ungheria, è un fatto di popolo, le esigenze e i problemi da essa posti rimangono immutati''. Come a dire che l'uomo vince sulla storia in ogni caso ed accade anche in queste pagine, che vedono al centro una manciata di personaggi di fantasia gettati nel vortice degli eventi realmente accaduti.
    È l'autunno del 1956 e Budapest appare splendente, nei suoi scorci e nei suoi tramonti, ma su tutto incombe un presagio.
    Sono giorni d'amore tra Lazlo Kun e Julia Kolnay, d'amicizia tra un gruppetto di giovani in principio spensierati che non hanno idea di doversi presto trasformare in eroi, ma anche di dialettica, di quella che si definisce autodeterminazione di un popolo e della sua legittima aspirazione alla libertà. Tutto accade in pochi giorni, tra l8 ottobre e il 4 novembre ma segnò la loro vita per sempre.
    ''Il gelo calò nel salone. Ciascuno dei presenti aveva nutrito nell'animo la segreta illusione che, all'ultimo momento, qualcosa o qualcuno avesse potuto dall'esterno mutare il tragico corso degli eventi: un sottile quanto purtroppo improbabile filo di speranza che si spezzava inesorabilmente . Il mondo reale si mostrava ora in tutta la sua sconvolgente drammaticità''. Qui è l'Armata rossa che attraversa il confine mentre edifici pubblici e privati vengono bombardati indiscriminatamente e ancora una volta il resto del mondo resta a guardare. Una realtà, quella della guerra, di un popolo, qualunque sia, che pensa di violare la vita di un altro trascinandolo in un'insensata carneficina che qui Apice descrive dal lato delle ragioni di chi vorrebbe resistere. Dalla parte dell'umanità. (ANSA).
   

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