Cultura

'Geopolitica dello spazio', esce il saggio di Emilio Cozzi

'Senza Starlink di Musk l'esercito ucraino sarebbe cieco'

Redazione Ansa

'GEOPOLITICA DELLO SPAZIO' di Emilio Cozzi, Il Saggiatore, 440 pag, 26 euro) - Andrebbe inserita tra le materie di studio la "Geopolitica dello spazio' al centro del saggio di Emilio Cozzi, dal quale risulta evidente quanto - ed è già oggi, non fantascienza - chi ha potere tra le stelle rischi di averne fin troppo sulla Terra.
    L'esempio più eclatante? "Senza Starlink, la costellazione a banda larga e bassa latenza dallo spazio di Elon Musk, l'esercito ucraino sarebbe cieco" dice Cozzi, spiegando che "lo spazio oggi è la terza dimensione delle mappe, perché buona parte della nostra vita quotidiana dipende sempre più profondamente dalle infrastrutture e dalle attività spaziali, dal monitoraggio del clima alla sicurezza nazionale". Se lo spazio "ci dà il potere di fare cose diverse da prima, rimane una fragilità - evidenzia l'esperto - perché chi lo controlla, come appunto Elon Musk con Starlink, può avere un peso anche in un contesto bellico". Ed è meglio non pensare a cosa succederebbe se fosse disattivato il Gps, "grazie al quale non solo andiamo diretti al nuovo ristorante, ma movimentiamo il traffico aereo e marino".
    Oggi ci sono 5 trattati dello spazio, ma è la 'Magna Charta' del 1967 che ancora disciplina le relazioni nello spazio.
    All'epoca però erano sostanzialmente solo Usa e Urss a contendersi le stelle, mentre oggi sono oltre 80 i paesi con programmi o ambizioni spaziali. "Il trattato va rifatto perché è cambiato scenario - afferma Cozzi - oggi i privati hanno forte voce in capitolo sull'agenda spaziale, la stessa Nasa ha una forte dipendenza da SpaceX per i lanci. Non serve solo una nuova regolamentazione, ma un ente globale sovranazionale che controlli che nessuno faccia il pazzo, ci sono lacune che è urgente colmare".
    Per quanto riguarda l'Italia "siamo all'avanguardia, tra i primi al mondo a volerci dotare di una legge spaziale e vantiamo un'intera filiera spaziale, dai sistemi di lancio a costruire basi spaziali orbitanti: più della meta del volume della Iss è stato costruito in Italia, compresa la cupola da cui vediamo affacciarsi gli astronauti". Nella corsa allo spazio, l'Italia non vuole rimanere indietro: "sono previsti 7,2 milioni di investimento entro il 2026 e stiamo inaugurano con i fondi del Pnrr una costellazione per l'osservazione della terra che si chiamerà Iride" racconta Cozzi, ricordando che "siamo partner di missioni come Ramses, dedicata alla difesa planetaria dalla minaccia degli asteroidi e parte di Artemis", che segnerà il ritorno sulla Luna.
    In questo momento "c'è un'attenzione istituzionale sempre più alta, grazie all'agenzia spaziale italiana, rimane da vedere quanto e se riusciremo ad avere il giusto peso politico a livello internazionale e questa - conclude - è una sfida da vincere, perché chi vince lo spazio vince il futuro". (ANSA).
   

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