(di Titti Santamato)
(ANSA) - ROMA, 13 NOV - ALESSANDRO CURIONI, HACKER - STORIA
DI UOMINI E MACCHINE (CHIARELETTERE, PP 142, EURO 16)
C'era un tempo in cui la parola hacker aveva un significato
positivo, etico, indicava una persona che metteva a disposizione
le sue competenze per trovare soluzioni nei sistemi informatici.
Erano gli anni Sessanta, caratterizzati dalla sperimentazione
culturale e tecnologica.
"Il leitmotiv di fondo è come l'hacker sia diventato da biano
a nero e di come tutto quello che stiamo vivendo fosse
ampiamente prevedibile - spiega l'autore all'ANSA -
L'intelligenza artificiale poi sta alzando il rischio del mondo
digitale di almeno un ordine di grandezza. Siamo di fronte ad
una fragilità e ad una complessità terrificante perchè è una
tecnologia 'dual use', può essere usata sia per scrivere una
email di phishing perfetta, sia per identificarla".
Curioni racconta il cambio di paradigma attraverso le vicende
degli hacker che hanno fatto la storia, nel bene e nel male. Dal
genio di Steve Wozniak (cofondatore di Apple insieme a Steve
Jobs) a Richard Stallman (uno dei principali esponenti del
movimento del software libero), fino alle vicende di delinquenti
spregiudicati e interessati solo ad arricchirsi come Vladimir
Levin (autore di un leggendario furto alla Citybank dopo essersi
intrufolato nei server) ad Alexandre Cazes (uno dei principali
gestori di Alphabay il più grande negozio di merci illegali del
dark web, morto suicida in carcere).
"Il punto di svolta è Kevin Mitnick, la sua ingegneria sociale
e l'arte dell'inganno", spiega Curioni. Era chiamato Condor,
faceva leva sulla debolezza del fattore umano ed è stato autore
delle più ardite incursioni nei computer del governo degli Stati
Uniti, è stato in carcere e ha ispirato il film Takedown. "Ma la
storia che le persone ricordano di più è quella di John Draper
che ha scoperto come fare telefonate gratuitamente grazie ad un
suono che emetteva una determinata frequenza e poi ha trovato
lavoro in Apple", dice Curioni che sottolinea come nel libro ci
siano non solo storie ma anche "tanti episodi strani avvenuti
tra gli anni Settanta e il Duemila".
Cosa spaventa di più ora? "L'Internet delle Cose, gli oggetti
connesi al web che sono molto usati e molto vulnerabili -
osserva Curioni - E poi i ransomware vere e prorie industrie di
criminalità organizzata. La rete - aggiunge - non era nata per
fare tutto quello che facciamo oggi, non ci sono aziende sicure
non ce ne sono mai state, siamo stati abbagliati dalle
potenzialità della tecnologia".
Riflettendo sugli accessi illeciti alle banche dati, al
centro di una inchiesta esplosa in queste settimane in Italia,
Curioni spiega che "la figura centrale è quella
dell'amministratore di sistema e che per proteggere le banche
dati ci vogliono risorse economiche e competenze. E ci vuole
tempo, tanto tempo, quello che abbiamo perso da vent'anni,
queste cose si potevano sapere. La storia non si ripete, però
spesso fa rima con se stessa, diceva Mark Twain". (ANSA).
Curioni e il gotha mondiale degli hacker
Tra avanguardia e spioni, storie che hanno cambiato il mondo